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Musei. ‘io Prenoto’, la Regione Emilia-Romagna sperimenta una app per prenotare la visita. Felicori: “Anche a quelli medio-piccoli diamo la possibilità della prenotazione elettronica”.

Numerosi gli spazi museali che hanno aderito all’utilizzo della piattaforma. L’elenco completo.

Bologna – Tornare nei musei. E farlo con facilità. Con la riapertura degli spazi culturali è partita la sperimentazione dell’app ‘io Prenoto’ in oltre 50 sedi museali dell’Emilia-Romagna.

Io Prenoto  è un  sistema di prenotazione digitale, disponibile sugli store iOS Apple o Android Google, che consente all’istituzione culturale di gestire in modo semplice e veloce il flusso di visitatori, ottimizzando gli ingressi. Gli utenti possono selezionare il luogo da visitare, il giorno e la fascia oraria e prenotare il proprio ingresso alla struttura. L’istituzione museale può decidere e gestire, tramite apposita interfaccia di back office, le fasce orarie di prenotazione, il numero di visitatori, l’inserimento delle prenotazioni, delle aperture o chiusure straordinarie.

Dopo una prima fase di sperimentazione, avviata nel 2019, che ha coinvolto 9 istituzioni museali, successivamente la Regione Emilia-Romagna ha voluto estendere la sperimentazione gratuita per il 2021 ad altre realtà del Sistema museale regionale aprendo una call rivolta a tutti i musei della regione per manifestare il loro interesse a aderire alla app io Prenoto.

La app io Prenoto è finanziata dalla Regione Emilia-Romagna e sviluppata da Direzione Cultura.

“I grandi musei hanno sistemi di prenotazione elettronica legati ai servizi, spesso in concessione, di biglietteria- commenta l’assessore alla Cultura e al paesaggio della Regione Emilia-Romagna, Mauro Felicori-. A quelli medio-piccoli la Regione ha offerto la stessa opportunità, che si sta rivelando molto utile con la riapertura dei musei. Benché io non condivida che la prenotazione debba avvenire il giorno precedente la visita, anche questa figlia di una preoccupazione infondata sulla sicurezza dei musei che ha dominato il governo lungo tutta l’epidemia, non c’è dubbio che la prenotazione elettronica è un servizio ai cittadini e ai turisti che merita di diffondersi sempre più, per la sicurezza ma anche per il confort dei visitatori, visto che aiuta a ottimizzare i flussi. Finita la sperimentazione, il prodotto sarà messo a disposizione di tutti i musei che lo desiderino”.

Con questa iniziativa prosegue l’impegno della Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Sistema museale regionale volto a migliorare l’organizzazione e la fruizione dei musei del territorio in vista dell’apertura del nuovo processo di riconoscimento dei musei in base ai Livelli Uniformi di Qualità (LUQ) adottati dal Mibact e recepiti dalla Giunta regionale guidata dal presidente Stefano Bonaccini.

Attualmente sono prenotabili con questa app le seguenti sedi museali: Museo Storico Archeologico di Santarcangelo di Romagna (MUSAS), Santarcangelo di Romagna; Museo e Biblioteca don Francesco Renzi, Borghi; Casa Museo Pascoli – Parco Poesia Pascoli e Parco Poesia Pascoli – Villa Torlonia, San Mauro Pascoli; Museo d’Arte Cinese ed Etnografico, Parma; Rocca Viscontea, Museo Geologico G. Cortesi, Museo Luigi Illica, Castell’Arquato; Museo La Casa Delle Marionette, Ravenna; Museo del Castello, Museo storico parrocchiale di Arte Sacra e Museo Pietro Mascagni, Bagnara di Romagna; Museo Civico Archeologico G. Ferraresi Bondeno, Bondeno; Collezione di Geologia “Museo Giovanni Capellini”, Bologna; Fondazione “Paese di Don Camillo e Peppone”, Brescello; Palazzo Ducale di Guastalla, Guastalla; Rocca Meli Lupi di Soragna, Soragna; MEIS Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, Ferrara; Museo il Correggio, Correggio; Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale e Rocca Estense di San Martino in Rio; Museo della Civiltà Contadina, San Marino di Bentivoglio; Museo Guerrino Tramonti, Faenza; Casa Romei, Ferrara; Museo Cervi, Gattatico; Musei Civici Palazzo Farnese, Piacenza; Palazzo Tozzoni, Imola; Rocca Sforzesca, Imola; Biblioteca Malatestiana, Cesena; Musei Civici di Modena, Modena; Parco archeologico e Museo all’aperto della Terramara di Montale, Montale Rangone.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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