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Da: Gli amici della musica Uncalm

Musica a Marfisa d’Este martedì 23 luglio 2019 ore 21,15

La Banda Filarmonica di Voghenza diretta da Roberto Valeriani farà una vera e propria “Entrata Classica” a Musica a Marfisa d’Este, martedì 23 luglio 2019 alle ore 21,15, in Corso Giovecca 170 Ferrara. Affidandosi al tradizionale repertorio per banda tratto dal patrimonio operistico italiano, la Filarmonica di voghenza eseguirà le Sinfonie di “Italiana in Algeri” e “Tancredi” di Gioachino Rossini e le Sinfonie di “Nabucco” e “Macbeth” di Giuseppe Verdi. Non mancheranno poi tributi alla musica di Nino Rota ed Ennio Morricone con brani tratti dalle loro più celebri colonne sonore. Il concerto è organizzato dal Circolo Frescobaldi e l’ingresso è a offerta libera.

La Banda Filarmonica di Voghenza nasce nel 1856 per opera del M° Onorato Gandolfi. Alla sua direzione si sono succeduti i maestri Berretta, Pagani, Viviani, Bonora , Cevolani , Marzocchi, Delaiti, Dal Monte , Sovrani ed Urbinati. Attualmente si avvale della direzione di ben due maestri: Roberto Valeriani e Antonio Savorani. La scelta di due direttori consente un doppio repertorio che coinvolge ascoltatori di tutti le età e gusti musicali. La Banda di Voghenza ha partecipato ad Expo 2015; alle letture curate da Patrizio Bianchi nello spettacolo “Sulle Orme di Verdi” a Villa Massari-Mazzoni; ha partecipato a “Onde Sonore 2016” a Cesenatico con uno splendido concerto all’alba sulla spiaggia; all’Estate a Belriguardo con “Rapsodia in Blu” di Gershwin, alla realizzazione di “The Second Sacred Concert” di Duke Ellington tenutosi al Teatro Nuovo di Ferrara. Ha recentemente partecipato al festival “Night &Blues” ed alla rassegna “Estate a Belriguardo” nel corso del 2018.

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PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
direttore responsabile


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