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Da: Organizzatori

Ferrara Prossima si rivolge a tutti i soggetti (pubblici o privati) che intendono valorizzare il proprio evento sostenendo un progetto ferrarese di solidarietà ed integrazione.
Il Consorzio Ferrara Prossima riunisce diverse cooperative sociali ferraresi la cui mission primaria è offrire occasione di realizzazione a persone in situazione di disabilità o disagio sociale. Tre cooperative associate – “Il Germoglio”, “Integrazione Lavoro” e “Meeting Point” – da diversi anni sono attive nel settore eventi, turismo e catering, un percorso in crescita che anno dopo anno si qualifica nel servizio offerto, sia ai privati, sia ad enti pubblici. Il valore sociale garantito dai servizi di Ferrara Prossima Eventi fa si che organizzare una iniziativa insieme a queste cooperative siano pienamente coerenti ai principi di sostenibilità a cui oggi, sempre più, deve attenersi chi organizza un evento e danno seguito all’impegno del Comune di Ferrara, certificatosi ISO20121 ovvero la norma su gli Eventi Sostenibili. Un percorso condiviso, integrato e partecipato, sfociato in un progetto comune: “Ferrara Prossima Eventi” che soddisfa i bisogni di coloro che necessitano di una organizzazione ma nel contempo intendano valorizzare il loro momento di festa o di lavoro, sostenendo un progetto ferrarese di solidarietà ed integrazione. Grazie alle sue quattro diverse location, Ferrara Prossima Eventi offre soluzioni diversificate: colazioni, pranzi o cene di lavoro; workshop, seminari e convegni; corsi di formazione; cene e feste sociali; iniziative culturali, turistiche, enogastronomiche, etc. “Fare rete e attivare collaborazioni è oggi una necessità impellente per tutte le realtà imprenditoriali, ancor di più per le cooperative sociali – spiega Biagio Missanelli Presidente del Consorzio Ferrara Prossima – per questo abbiamo voluto dar vita a questo progetto che consente sinergie tra tre nostre consociate rafforzandone il potenziale della loro offerta qualificata di servizi per eventi e sottolineandone anche il positivo impatto sociale, non sempre fino ad oggi adeguatamente comunicato e valorizzato.” “Con questa iniziativa – sostiene Manuel Alleati direttore di Meeting Point – rafforziamo l’attenzione alla sostenibilità sociale degli eventi che si realizzano nel nostro territorio, dando seguito all’impegno del Comune di Ferrara certificatosi ISO20121 ovvero la norma su gli Eventi Sostenibili”. “Scegliere Ferrara Prossima Eventi – spiega Orietta Forzato di Integrazione Lavoro – significa contribuire alla realizzazione di un complesso progetto sociale che comprende sia il sostegno alla residenzialità sia l’avviamento al lavoro di persone con disabilità o in situazione di svantaggio sociale”. “Ci rivolgiamo quindi – prosegue Carla Berti del Germoglio – a tutti coloro che, nell’organizzare un evento intendano valorizzare il loro momento di festa o di lavoro, sostenendo un progetto ferrarese di solidarietà ed integrazione.” Grazie alle sue quattro diverse location Ferrara Prossima Eventi è in grado di offrire soluzioni diversificate. “Possiamo ospitarvi assieme a pochi ospiti sino ad oltre 300, nel cuore del centro storico di Ferrara oppure immersi nel verde subito fuori città, o se preferite, saremo noi a venire da voi, garantendo in tutta la provincia di Ferrara e limitrofe il servizio di catering per coffe break, apertivi, pranzi e cene, seduti o a buffet” dicono i promotori di questo progetto.
 Il “Fienile di Baura”, inserito in una splendida corte colonica con aia.
 La “Casona”, a pochi minuti dal casello autostradale di Ferrara Nord ed immersa nel verde rigoglioso.
 Il ristorante “381 – storie da gustare” nel centro storico cittadino a pochi metri dalla Biblioteca Ariostea.
 Il bar “381” a due passi dal Parco Urbano Bassani, sul percorso delle mura cittadine

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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