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da: Coordinamento per i referendum sociali

Si è costituito a Ferrara un coordinamento di persone, associazioni, comitati e movimenti che convoglia l’impegno a battersi per una nuova stagione di referendum sociali. A partire dal referendum Stop Trivelle del 17 aprile prossimo che vede nascere un apposito comitato referendario per fermare le trivellazioni in mare, la stagione di raccolta firme proseguirà – dal 9 marzo al 9 luglio – per permettere l’indizione dei nuovi referendum contro la posizione del Governo che ha dato invece il via libera alla trivellazione dell’intero fragile territorio italiano, alla ricerca di idrocarburi da parte delle multinazionali; contro il tentativo, messo in atto dalla L.107/2015, di assoggettare la scuola pubblica ai principi del diritto privato (attraverso l’introduzione del preside manager, dei meccanismi di premialità ad personam, il finanziamento dei privati e l’obbligo di effettuare attività lavorative durante la formazione scolastica). Il tutto all’interno della cornice, estremamente ambigua, del TTIP, Il Trattato di investimenti e commercio tra Europa e Usa. A fronte di un’Europa che ripristina le barriere per le persone e che perde ogni giorno di coesione, la Commissione europea si sta arrogando il diritto di firmare un accordo di partenariato economico con un governo federale, che ha fretta di chiudere la partita prima del semestre bianco del Presidente Obama. Se tale accordo fosse concluso, come d’auspicio del nostro Governo, ci si troverebbe nell’ambito di un’ ulteriore deroga al controllo dei nostri diritti sociali oltre che economici, poiché il misterioso Trattato, di cui poco e niente si interessano i parlamentari italiani e i nostri rappresentanti europei, comporterebbe clausole dal valore sovranazionale in ogni campo della nostra economia: dall’agricoltura all’ambiente, dalla sanità alla scuola, dalla produzione culturale alla ricerca e innovazione, con la compromissione definitiva del concetto di beni comuni, sui quali invece si rilancia una nuova campagna di sensibilizzazione della popolazione.
Al Coordinamento hanno aderito: Comitato Acqua pubblica, Comitato provinciale NO-TRIV, Comitato scuola pubblica, Comitato Stop TTIP Ferrara, Altra Qualita’-Commercio Equo, Centro sociale La Resistenza, LINK, Unione degli Studenti, UsB, i segretari di CGIL-FIOM Samuele Lodi e CGIL-FLC Hania Catani. Sostengono il Coordinamento locale dei diritti sociali il Movimento 5 Stelle e il Partito comunista d’Italia. Il Coordinamento ha eletto il Centro sociale “La Resistenza” come proprio luogo di riferimento, ha nominato un gruppo organizzazione e un gruppo comunicazione. La prossima riunione – aperta a tutti gli interessati – è convocata per il 21 marzo alle ore 21.00 .

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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