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Da: Ufficio Stampa
BONDENO (FERRARA), 09-04-2019.
Stellata avrà presto la sua Guida turistica. Uno strumento che sarà fondamentale di conoscenza per il visitatore che si recherà nel piccolo borgo antico, in occasione di un grande evento o semplicemente per una visita nell’ambito del cosiddetto turismo di “giornata”. Non solo un turismo “mordi e fuggi”, come qualcuno potrebbe pensare con un approccio superficiale, ma un tipo di fruizione lenta, centrata sulla ricerca di paesaggi rurali, delizie architettoniche, percorsi ed alla ricerca del gusto. «Migliaia di visitatori arrivano ogni anno a Stellata – dice il sindaco Fabio Bergamini, che curerà l’introduzione all’opera – in occasione dei grandi eventi musicali o rievocazioni estive (Bundan e Re-Woodstock), in coincidenza con il mercatino del riuso o, ancora, dell’Antica Fiera, che coincide con la più antica sagra del territorio: quella dell’Anitra, che ha oltre 500 anni di storia». Stellata, inoltre, è inserita da tempo in alcuni grandi progetti turistici, riguardanti la navigazione del grande fiume, ma è anche sul tragitto della pista ciclopedonale Destra Po, dalla quale si può essere rapiti dalla Rocca Possente: fortezza del XV secolo, che sta ritornando agli antichi fasti, attraverso la ricostruzione post-sisma. «La guida – illustra Simone Bergamini del Gruppo Archeologico – è un’opera finanziata tramite il progetto “StellataAmaTe”: progetto vincitore nel 2018 del bando “Giovani X Il Territorio”, promosso da Ibc Emilia Romagna, cui partecipò il Gruppo Archeologico, grazie al supporto del Comune di Bondeno e dei partner privati che ci hanno sostenuto. Il progetto – continua – prevedeva una serie di interventi per riscoprire la storia di Stellata e contemporaneamente farla scoprire ai turisti sempre più numerosi: abbiamo aperto un sito e fatto installare la cartellonistica turistica, organizzato la mostra sul “Gorilla Quadrumano” e la reunion dei suoi protagonisti (del ’74) e ora ci accingiamo a completare il percorso con la Guida, che verrà stampata presso la Cartografica di Ferrara». L’opera contiene informazioni e approfondimenti sulle delizie architettoniche: la Rocca, Torre Pepoli, il museo con all’interno i suoi tesori archeologici, le chiese e l’oratorio del borgo. Oltre ad informazioni storiche destinate anche a studenti e ricercatori: le origini del magazzino del sale, per esempio, residuato di un’epoca in cui dalle saline dell’Adriatico risalivano imbarcazioni dirette alle regioni del nord; sulla stessa Guerra del Sale, che interessò queste terre, ed infine sui personaggi, le storie e le leggende del folklore locale. Uno strumento utile di diffusione del sapere, dunque, che sarà d’ora in poi a disposizione dei visitatori che raggiungeranno Stellata.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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