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Da: Coldiretti Emilia Romagna

In Emilia Romagna la spesa per il cibo del Natale 2018 cresce del 2%, più di quella per i regali che si ferma allo 0,5% in più, anche se l’aumento maggiore lo fanno registrare i viaggi con un +5% che recupera il forte calo dello scorso anno a causa delle tensioni internazionali. Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna sulla base delle elaborazioni dei dati Deloitte sui consumi per le prossime festività natalizie, dalle quali emerge che in valori assoluti cibo e bevande con 281 milioni di euro si collocano al secondo posto dopo i regali (433 milioni di euro) e prima dei viaggi (239 milioni). In testa ai consumi di cibo per il pranzo natalizio – secondo le stime Coldiretti – nella nostra regione c’è la pasta tipica del territorio, dai tortellini ai cappelletti dagli anolini alle tagliatelle, fino alle lasagne. Per Natale si cerca pasta fatta rigorosamente a mano, anche se le mani – afferma Coldiretti regionale – non sono più quelle delle madri o delle nonne, ma per il 70% si tratta di pasta acquistata nei negozi di sfogline o nei ristoranti organizzati per produrre per conto terzi, il cui numero nelle città in dieci anni è più che raddoppiato. Subito dopo la pasta, nel menu di Natale degli emiliano romagnoli regnano cotechino e zampone, due prodotti Igp che compaiono anche su molte tavole al di fuori della regione, ma non mancheranno altre specialità del territorio regionale a denominazione d’origine, soprattutto negli antipasti, con il culatello di Zibello, i prosciutti di Parma e di Modena, i salumi di Piacenza. Tra i dolci, il panettone e il pandoro hanno ancora il primato, ma avranno spazio anche delizie locali come il Pampepato Igp di Ferrara, il Panone e il Certosino a Bologna, la Spongata a Parma e Reggio Emilia. Per il brindisi, la preferenza va ai vini nazionali, in particolare allo spumante che viene preferito allo champagne.

Due emiliano romagnoli su tre consumeranno i pasti in casa. Il ritorno in cucina – afferma Coldiretti regionale – spinge anche verso una scelta attenta degli ingredienti, con una forte tendenza alla ricerca di materie prime fresche e genuine. Il risultato è un vero boom degli acquisti nelle fattorie o nei mercatini degli agricoltori dove – secondo Coldiretti regionale –faranno la spesa di Natale quasi un emiliano romagnolo su quattro. La presenza personale del produttore – afferma Coldiretti Emilia Romagna – è la migliore garanzia sull’originalità dei prodotti alimentari. Il produttore può offrire informazioni dirette sul luogo di produzione e sui metodi utilizzati ed è anche la garanzia del legame con il territorio. In Emilia Romagna, grazie alla rete di Campagna Amica si contano oltre mille punti di vendita diretta dei produttori agricoli tra aziende, botteghe e mercati, rintracciabili con un semplice click sul sito www.campagnamica.it, dove è possibile individuare i punti vendita per regione, provincia e comune e selezionare anche le categorie di prodotti desiderati.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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