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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

“COSTRUIRE UNA CANZONE” è il titolo del dialogo-confronto con il pubblico che terrà NICCOLO’ FABI, venerdì 11 settembre nell’arena di Palazzo Bellini.
Prosegue dunque con un altro grande nome del panorama musicale italiano la rassegna “NOTE DI SETTEMBRE”, su cui si alzerà nuovamente il sipario nel prossimo fine settimana. Niccolò Fabi incontrerà il pubblico, per raccontare, attraverso piccoli aneddoti e curiosità, come nasce una canzone, cosa si nasconde dietro la genesi di un testo o di una melodia.

Da che cosa si innesca il procedimento di scrittura di una canzone? Si può partire dal testo oppure dalla musica, da uno spunto preciso o da un’ispirazione casuale, un incontro, un evento vissuto con particolare emozione. E poi ci sono le tecniche da seguire per trasformare l’intuizione iniziale in una canzone finita, la composizione, l’arrangiamento.
Ad accompagnare il cantautore romano all’interno delle sue canzoni in un dialogo aperto al confronto e alla conoscenza, sarà l’istrionico Franz Campi, cantautore, che tra le altre cose ha scritto un brano portato al successo da Gianni Morandi, “Banane lampone” del 1993.
La serata sarà un’occasione unica per ascoltare non soltanto la voce che canta ma soprattutto, la voce che racconta in un contesto, quale è il dialogo con il pubblico, intimo e particolare. “Note di settembre” è una rassegna musicale organizzata e patrocinata dall’Amministrazione Comunale, sotto la direzione artistica di Luigi Sidero. L’ingresso è rigorosamente GRATUITO.

SCHEDA BIOGRAFICA:
Il successo del primo singolo Dica (1996) apre a Fabi la strada del Festival di Sanremo del 1997, dove vince il Premio della Critica nella Categoria Nuove Proposte con Capelli. Poco dopo esce il suo primo album “Il giardiniere”. L’anno dopo è di nuovo al Festival con Lasciarsi un giorno a Roma seguito dall’album “Niccolò Fabi”.
Incide poi con l’amico Max Gazzè il brano “Vento d’estate”, che vince “Un disco per l’estate”. Nel 2003 esce “La cura del tempo” che contiene le canzoni “È non è”, “Il negozio d’antiquariato” e “Offeso” in duetto con Fiorella Mannoia. Nel 2004 prende parte a Lampedusa alla seconda edizione del Festival O’ Scià, chiamato da Claudio Baglioni a duettare con lui. Nel 2005 partecipa all’album “La fantastica storia del pifferaio magico” di Edoardo Bennato interpretando il brano “Non è amore.” Nella primavera del 2007, partecipa al Progetto per il Darfur in Sudan, nel quale è coinvolto in numerosi concerti e come testimonial del Salam International Hospital di Emergency. Il 21 aprile 2009 partecipa insieme ad altri 55 artisti italiani alla registrazione del brano Domani 21/04.2009, scritta da Mauro Pagani e ripubblicata in favore della ricostruzione e del restauro del conservatorio Alfredo Casella e della sede del Teatro Stabile d’Abruzzo de L’Aquila. Il 29 maggio 2009 pubblica il sesto album in studio, Solo un uomo, anticipato dall’omonimo singolo. Il 3 luglio 2010 una terribile disgrazia colpisce la sua vita privata: la figlia Olivia, di 22 mesi, muore per una meningite fulminante all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. In sua memoria decide di organizzare, insieme alla compagna Shirin Amini, un concerto con fini benefici, (“Parole di Lulù”) il 30 agosto a Mazzano Romano (Roma), al quale hanno preso parte molti artisti della musica italiana . Nel luglio del 2012 riceve, a Marina di Carrara, il Premio Lunezia Elite – segnalazione antologica per il valore Musical-Letterario del brano “Costruire”.
Tra gennaio e marzo 2013 calca i migliori teatri italiani collezionando sold out (memorabili 2 concerti sold out all’Auditorium Conciliazione di Roma davanti a più di 3500 persone), un live potente, intenso, molto musicale con tutta la sua band storica e l’aggiunta di Pier Cortese a cori, chitarra e ipad. I concerti sono stati aperti da Roberto Angelini.
Nell’aprile 2015 pubblica insieme a Daniele Silvestri e Max Gazzé una versione inedita del singolo “Canzone di Anna”.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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