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da: Arci Ferrara

EVENTO MOVIEDAY

NICK CAVE – 20.000 DAYS ON EARTH

AL CINEMA BOLDINI

SABATO 5 MARZO ORE 18.00
versione originale con sottotitoli in italiano

Proseguono gli appuntamenti organizzati dagli spettatori attraverso la piattaforma Movieday.

Sabato 5 marzo alle ore 18.00 verrà proiettato “Nick Cave – 20.000 Days On Earth” di Ian Forsyth e Jane Pollard.

Il film è stato premiato al Sundance Film Festival 2014 con il World Cinema Documentary Award per la regia e il montaggio ed è stato presentato alla 32esima edizione del Torino Film Festival e alla Berlinale 2014.

I due registi, Iain Forsyth e Jane Pollard, partono da un’annotazione scribacchiata da Cave sul suo diario, in cui egli realizzava di aver raggiunto i 20000 giorni di vita su questa Terra, ottenendo totale libertà di riprendere il privato e il pubblico del loro “attore”.

Il film intreccia immagini catturate dalla vita vera di Cave, insieme ai figli, nel lavoro con Ellis e i suoi collaboratori abituali, “entro in studio con una manciata di idee, ancora da formare, in stato larvale. Sono i Bad Seeds a trasformarle in oggetti meravigliosi. Chiedete a chiunque li abbia visti al lavoro. Se parliamo di puro istinto per la creatività, sono sicuramente diversi da chiunque altro al mondo”, con altre immagini di “realtà costruita”, come la chiamano gli autori. Alludono alle lunghe sequenze improvvisate su un canovaccio prestabilito, sequenze che, per esempio, ci mostrano l’artista mentre guida la sua auto e, in compagnia della cantante Kylie Minogue, si scioglie in confidenze e considerazioni sul senso della vita.

Acquistando il biglietto online sulla piattaforma Movieday l’ingresso è di 5 euro. Acquistandolo il giorno dell’evento in cassa 6 euro.

Per informazioni:
Sala Boldini, via Previati 18 – Ferrara
www.cinemaboldini.itwww.arciferrara.org
Cinema Boldini (sera) – 0532.247050

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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