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da: Dario Bernardi, Segretario Pd Portomaggiore

Nicola Minarelli si ricandida per essere ancora il Sindaco di Portomaggiore. Nei giorni scorsi, davanti a quasi duecento portuensi, ha presentato la sua candidatura e i candidati al Consiglio Comunale per la lista che alle elezioni del 5 giugno lo sostiene, Portomaggiore Futura.

“Quando ci si candida per un secondo mandato non bastano più l’entusiasmo e le idee di quando ci si è candidati la prima volta – ha affermato Nicola Minarelli – servono anche i risultati e gli obiettivi raggiunti. Chi si propone come amministratore pubblico, per come intendo io questo ruolo, vuole spendersi e rendere un servizio ai cittadini solo se tale servizio serve a migliorare il proprio paese”.

Minarelli ha quindi citato tra i risultati raggiunti dall’amministrazione che ha guidato negli ultimi cinque anni, quelli che ritiene più significativi: la sobrietà nella gestione della spesa, il risanamento dei conti, ma soprattutto il lavoro di ascolto e confronto quotidiano con i cittadini, il regolamento che ha introdotto le borse lavoro e le iniziative per la sicurezza – contributi ai privati per i sistemi di allarme e la videosorveglianza nelle frazioni – oltre allo sblocco della quasi ventennale questione dell’area del Persico.

“Aver deciso di presentare il programma in piazza XX Settembre, appena riqualificata e restaurata, ha una valenza simbolica che richiama quanto abbiamo iniziato a fare negli ultimi anni e ciò che si vuole fare in futuro. – ha proseguito Minarelli – Dopo aver costruito una nuova scuola media e una nuova materna a Gambulaga e resi antisismici gli edifici che ospitano materna e nido di Portomaggiore, ora vogliamo rendere antisismica anche la scuola elementare e investire sulla caratterizzazione dell’offerta formativa delle nostre scuole per renderle più attrattive. Vogliamo consolidare i percorsi per rinnovare la memoria e la storia portuense, rendere più partecipativa la nostra comunità anche sviluppando tecnologie che facilitino il rapporto tra cittadini e amministrazione, valutare l’introduzione del baratto amministrativo, creare un secondo anello per la videosorveglianza di Portomaggiore e migliorare l’offerta sportiva del centro comunale Zardi”.

Presentata anche la squadra di Portomaggiore Futura “una squadra – ha commentato Minarelli – di grande spessore complessivo e individuale, con una forte impronta di continuità, ma che possiede anche tanti elementi di novità”.

Capolista sarà, come la volta precedente, il Vicesindaco uscente Andrea Baraldi. Gli altri candidati, in ordine alfabetico, sono: Giuseppe Alesci, Dario Bernardi, Michela Bigoni, Daniele Buriani, Patrizia Busi, Stefano Castaldini, Wanda Cavecchia, Michele Chiarion, Carlo Demaria, Marina Guerrini, Renzo Mantovani, Francesca Molesini, Barbara Panzani, Giovanni Tavassi, Gianfranco Tomasoni.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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