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Roma – Venerdì 19 marzo è stata una data importante, non solo per l’Italia, ma per  tutto il mondo: decine di migliaia di persone hanno partecipato alla Giornata Mondiale di Azione per il Clima per ricordare quanto sia grave il problema del riscaldamento globale. Purtroppo gli effetti di decenni di emissioni inquinanti sono sotto gli occhi di tutti e il problema riguarda anche il nostro stile di vita, non solo i governi. Fridays For Future (assieme a Greenpeace e altre importanti associazioni) ha organizzato questa importante iniziativa per proteggere il clima e ricordare la situazione drammatica che viviamo da molti anni, e che non riguarda solo gli esseri umani, ma minaccia la sopravvivenza di animali, piante e di tutte le forme di vita esistenti sul Pianeta.
A Roma, come in tante altre città italiane si sono attivati in molti, soprattutto i ragazzi, scendendo in piazza (rispettando le norme anti-covid) e attraverso iniziative, incontri e dirette online. Abbiamo posto qualche domanda a Emanuele Genovese, romano, giovane esponente di Fridays FF, un’organizzazione a cui stanno aderendo sempre più giovani.

Ciao Emanuele, grazie per la disponibilità. Per prima cosa: come e quando nasce Fridays FF ? E in quanti attivisti siete a Roma e nel Lazio?
Fridays nasce dalle prime azioni di rivolta di Greta Thunberg, iniziati circa 5 anni fa. Successivamente il movimento si è allargato in altri Paesi del mondo. Si interseca anche  con altri movimenti che già esistevano, come Youth for climate, Greenpeace e altri, che insieme rappresentano i principali movimenti ecologisti. Per adesso a Roma contiamo su una ventina di attivisti e di alcune decine di altri partecipanti, anche se al momento siamo limitati dalle restrizioni causate dalla pandemia.

Come vi siete organizzati per il 19 marzo a Roma?
Abbiamo preso spunto dalla manifestazione di Berlino. Abbiamo preparato molti cartelli e con noi si zono attivati anche alcuni gruppi musicali appoggiati dai Centri Sociali.

Quali sono i punti programmatici principali? E, più in  in generale, secondo voi quali ricerche scientifiche dovrebbero essere finanziate per combattere il riscaldamento globale?
I punti principali riguardano il trasporto pubblico e soprattutto i treni ad alta velocità, gli investimenti sulle energie rinnovabili al 100 % entro il 2030 , lo sviluppo di un’ economia circolare (che riguarda tutto il settore industriale) e una riduzione sostanziosa degli allevamenti intensivi. Conosciamo bene da parecchi anni i danni provocati da questi allevamenti e quindi è necessario sviluppare un piano per salvaguardare la biodiversità. Per quanto riguarda le ricerche scientifiche ce ne sono molte in programma ma purtroppo spesso i ricercatori che propongono idee innovative vengono ascoltati poco e alcune ricerche non vengono sostenute finanziariamente come sarebbe giusto.

Come si prospetta secondo voi la situazione internazionale per quanto riguarda l’emergenza climatica, ora che Biden è il nuovo presidente USA ?
La situazione internazionale è certamente migliorata, ma siamo ancora lontani dal rispetto degli accordi di Parigi, e abbiamo pochi anni di tempo prima che la situazione degeneri ulteriormente. Però siamo ancora agli inizi del mandato di Biden, mancano diversi elementi per capire bene. E’ chiaro poi che gli USA pesano moltissimo sia a livello economico-politico sia per la quantità di emissioni inquinanti.

Quali potrebbero essere secondo voi gli effetti negativi a breve termine legati al riscaldamento globale?

Antartide, l’iceberg A68, il più grande del mondo si sta sciogliendo (Foto Pierre Marcuse, flicks.com, licenza Creative Commons)

Se parliamo di effetti a breve termine, sicuramente, a causa della zoonosi, si rischiano altre pandemie dovute alla deforestazione e alla devastazione degli ecosistemi. Un altro problema preoccupante che riguarda molte zone costiere, e naturalmente anche l’Italia, è l’innalzamento del livello dei mari dovuto allo scioglimento di parti sempre più ampie delle calotte glaciali col rischio di sommergere intere zone popolate. Inoltre, lo  scioglimento del permafrost, in molte parti del pianeta contribuirà non solo alla diffusione di nuovi virus, ma anche all’aumento consistente di gas serra in atmosfera, metano in particolare, al momento sepolto sotto lo strato di ghiaccio perenne, come già sta rischiando di accadere in Siberia. Questo è quanto sostengono ormai molti scienziati che si occupano da tanti anni di questi problemi.

Grazie Emanuele, faremo il possibile per far arrivare a quante più persone il vostro messaggio. A volte è necessario ripetere anche cose risapute per tenere sveglie le coscienze.
Va anche ricordato che il riscaldamento globale sta già portando a un crescendo di disastri ambientali (uragani, tornadi, inondazioni, siccità), che a loro  volta causeranno un aumento delle migrazioni di massa. Secondo stime prudenziali della Banca Mondiale potrebbero esserci più di 143 milioni di profughi da Paesi non sviluppati, in particolare dall’Africa, che da sempre soffre di scarsità di acqua e cibo. Serve quindi sostenere al massimo questi movimenti ambientalisti e promuovere comportamenti collettivi più responsabili.

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Michele Kraisky


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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