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Il Jazz club Ferrara premiato come migliore d’Italia e il riconoscimento del JazzIt Award che va al suo direttore artistico, Francesco Bettini. Un pubblico fedele e competente, composto da circa 3mila soci. Una settantina di serate per la stagione 2014-2015, molte delle quali co-prodotte con FerraraMusica, Bologna jazz festival e Crossroads-jazz e altro in Emilia-Romagna. Lunedì sera dedicati al nuovo jazz italiano e alle jam session (Happy go lucky local); venerdì sera fatti di proposte gastronomiche accompagnate da percorsi di ascolto guidato delle più svariate tradizioni musicali (Somethin’else). Mancava solo un momento simbolico a fare da finale e colonna sonora a tutte queste cose. Una piccola parentesi capace di amalgamare il meglio della musica, della professionalità e della passione: quella che ha messo insieme il Jazz club Ferrara e FerraraMusica. L’eredità di Claudio Abbado e la volontà di tenere vivo amore e gusto per tutto ciò che è bello da ascoltare, concerto dopo concerto, stagione dopo stagione. Una serata-simbolo che porta a conclusione e riassume lo spirito e la bellezza del cartellone del migliore jazz club italiano, quello racchiuso tante volte nella nebbia dentro al bastione rinascimentale posto a guardia delle Mura orientali cittadine. Una serata fatta di musica classica, jazz e contemporanea insieme. Torrione di San Giovanni e associazione creata nel 1989 da Claudio Abbado con il supporto del Comune di Ferrara. E’ successo al Jazz club, lunedì 20 aprile, con i solisti della Mahler chamber orchestra e della Chamber orchestra of Europe. Lo mostrano le immagini realizzate da Stefano Pavani per il concerto fatto in collaborazione con FerraraMusica. Alle note Chiara Tonelli, flauto; Chiara Santi, fagotto; Laura Ruiz Ferreres, fagotto; Wolfgang Bauer, tromba; Matthew Sadler, tromba; Stefan Stadtfeld, tromba; Andreas Klein, trombone; Mark Hampson, trombone. Una sinfonia di talenti, di impegno e – per una volta – di riconosciuto successo. Grazie.

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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara 2015 (foto Stefano Pavani)
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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara 2015 (foto Stefano Pavani)
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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara 2015 (foto Stefano Pavani)
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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara 2015 (foto Stefano Pavani)
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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara 2015 (foto Stefano Pavani)
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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara 2015 (foto Stefano Pavani)
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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara 2015 (foto Stefano Pavani)
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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara 2015 (foto Stefano Pavani)
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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara 2015 (foto Stefano Pavani)
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Mahler Chamber Orchestra soloists al Jazz club Ferrara 2015 (foto Stefano Pavani)
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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017). Ha curato la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
direttore responsabile


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