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da: ufficio stampa Portavoce del Sindaco di Ferrara

” Ho capito. La cosa che oggi più serve ad un amministratore onesto è la pazienza. Non la semplice pazienza del papà che imbocca il bimbo inappetente, piuttosto quella sovrumana che induce Giobbe alla sopportazione (Giobbe 16,12-14).

La serie di stupidaggini che ascolto in questo giorni rende il compito davvero arduo ma i cittadini devono sapere:

1. Che l’imprenditore Vittadello non è stato scelto dalla amministrazione, ma, insieme con CDP si è presentato ad una gara ad evidenza pubblica bandita da ACER. Sotto questo profili il M5S dice il falso

2. Che la strana coppia Lega Nord e M5S avesse previsto l’arresto di Vittadello – oppure solo ventilato problemi relativi a quel gruppo – è una pura menzogna. Nessuno ha mai sollevato alcun problema in queste settimane di dibattito, tutte incentrate sulle occupazioni abusive e sulle difficoltà del gruppo Parsitalia. Problemi mai nascosti ed affrontati sempre apertamente basta vedere gli show su canale 5 e Rete 4 del nostro Naomo per verificare se ho torto. Il lavoro di denuncia della Lega Nord dunque non ha mai toccato il problema sollevato dalle indagini su Anas, e, a meno che la Lega Nord non avesse accesso ad atti di indagine sulla impresa Vittadello (che escludiamo) la “sfera di cristallo” va intesa quale palla, sì, ma di carattere mediatico e non astrologico

3. Che poi il ricorso al TAR dell’ing. Mascellani fosse diretto più ad ostacolare il progetto che ha rivendicare un diritto era evidente, ci sorprende tuttavia non tanto l’azione contro il Comune per i profili urbanistici sui quali risponderemo nella sede giudiziale quanto che questo non scandalizzi la LN che anzi suggerisce proprio Darsena City ovvero il complesso immobiliare di questi come ipotetico alternativo sito di investimento

4. Il così detto piano “B” è quello da noi già anticipato settimane or sono: se la proprietà non sarà in grado di predisporre il cantiere rapidamente, come purtroppo pare oggi facilmente ipotizzabile, per le problematiche emerse si dovrà imporre la messa in sicurezza del fabbricato previa la sua liberazione da quelle poche persone che vi risiedono abusivamente. Quello che ci induceva ad attendere è che questo oggi rischia di pesare sulle casse comunali e di non essere definitivo senza un vero e proprio cantiere, nel tempo non c’è muro che non si superi , difficile comprendere perché larga parte della opposizione sottostimi questo problema e gridi addirittura vittoria: è una sconfitta per la città che rischia di portarsi dietro questo tema per molti altri anni.

5. Il piano “C” del binomio Mascellani – Lodi, con tutto l’affetto che meritano per la dedizione alla causa, quello in altri termini che prevede l’abbattimento del palazzo è invece irrealizzabile, vuoi perché il complesso di oltre 44.000 metri quadri co-progettato da Mascellani negli anni 80 andrebbe prima acquistato, vuoi perché il Comune ha un divieto normativo di acquisti di tale portata, vuoi perché tra l’acquisto e la demolizione andrebbero dissipate risorse destinate almeno per tre anni a scuole, strade, musei, piazze …. Il tutto per avere un bel piazzale sterrato da dedicare a chi in queste settimane ha fatto di tutto con la complicità di molti, per contribuire a mandare all’aria l’unica soluzione vera.

Poi, va detto, questa è l’Italia e la magistratura fa il suo dovere , Io tuttavia, pur predisponendo quanto necessario per l’oggi, continuo a lavorare per la soluzione completa e non per la “pezza” Cassa Depositi e Prestiti, Acer ed Investire sono ancora al tavolo. “

Tiziano Tagliani, Sindaco di Ferrara

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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