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da: Davide Bertolasi, Consigliere PD Circoscrizione 3

Leggo in questi giorni le dichiarazioni del portavoce locale di Fratelli d’Italia, riguardo alla questione nomadi, e non posso fare a meno di portare all’attenzione dei cittadini alcune doverose considerazioni.

E’ triste vedere come, in campagna elettorale, vi sia la propensione a “spararla più grossa”, anche quando non si parla di materia inanimata, ma di persone in carne ed ossa: credo che il dovere civico e morale di chi tendenzialmente si presti ad amare la “Cosa Pubblica”, non possa essere messo in secondo piano, facendo della demagogia e del populismo istanza primaria di impegno e ignorando per giunta (volutamente o no) una legislazione regionale a tal proposito.

La “questione nomadi” in realtà è tutto tranne che una questione, poiché in Via delle Bonifiche -così come in via Modena e via Pelosa- gli aspetti di nomadismo sono sicuramente secondari, dato che la stragrande maggioranza degli ospiti sono residenti da bensì tre generazioni e che addirittura non vivono in spazi comunali, ma su loro legittime proprietà, come gli abitanti di Via Modena e Via Pelosa.

Non è di certo con gli irrisori fondi destinati al campo, così come vuol farci credere il buon Spath, che si risolvono problemi come l’invecchiamento della popolazione e la gestione dei nuclei famigliari con figli ed anziani, poiché, tra le altre cose, ci ritroveremo ad avere un altro problema di altrettanti cittadini che vivono in maniera diversa dallo “standard”, ma che di sicuro non hanno il diritto di essere considerati materia secondaria o “carne da macello” da campagna elettorale.

Addirittura gli abitanti di Via Modena e Via Pelosa, essendo sicuramente da considerare come stanziali, rispecchierebbero di conseguenza la famiglia-tipo che vive le necessità di assistenza espresse dalle considerazioni del rappresentante di Fratelli d’Italia.

L’amministrazione comunale, anche in questi ultimi 5 anni, tanto ha fatto (oserei dire coraggiosamente) per il benessere dei propri cittadini, lasciando pressoché intatti gli stanziamenti a favore dei più bisognosi, con particolare riguardo a ciò che viene richiamato da Spath nell’arringa contro i nostri concittadini.

Il percorso iniziato dalle istituzioni, coadiuvate da indispensabili cooperative ed associazioni del territorio, ha già portato i suoi frutti: numerosi sono stati gli incontri anche con gli abitanti del campo, sfociati in uno primo stralcio, ma già funzionante, di un regolamento “interno” che va dal favorire la pacifica convivenza all’interno degli spazi comuni, alla pulizia ed alla forte intenzione di un abbandono graduale del campo stesso in favore di abitazioni più “ortodosse”.

Consiglio inoltre a Spath di frequentare di più il consesso per cui è stato eletto dai cittadini ferraresi, ovvero il Consiglio della Circoscrizione 3 dato che -e di questo me ne dispiaccio sinceramente- non lo vedo da parecchie sedute.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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