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voluzione dell’assistenza agli anziani e disabili: creata una nuova Unità Operativa Complessa  sarà diretta dal dottor Franco Romagnoni 

 L’Azienda USL di Ferrara rafforza l’assistenza agli anziani e ai disabili. Il Programma che fino ad ora ha presidiato queste attività rivolte ad una delle fasce più fragili della popolazione, cresce e si sviluppa in una nuova Unità Operativa Complessa denominata “Assistenza Anziani – Disabili Adulti”, operativa dal 1° dicembre sotto la direzione del dottor Franco Romagnoni, nominato a seguito della prevista procedura selettiva.
Un’evoluzione organizzativa importante per implementare ulteriormente i servizi territoriali, integrando le attività assistenziali a favore delle persone non autosufficienti anziane e disabili adulti. Nel dettaglio, la struttura si occupa del coordinamento e gestione delle attività di accesso alla rete dei servizi socio-sanitari, garantendo omogeneità ed appropriatezza nei percorsi di ingresso alle strutture residenziali (CRA, RSA e Centri Socioriabilitativi Residenziali) e semi-residenziali (Centri diurni) per anziani ed adulti disabili, o domiciliari (assegni di cura e assistenza domiciliare).
Tra le attività, anche la gestione degli ambulatori geriatrici di primo livello, l’intervento nelle attività di inclusione sociale (come i Cafè della Memoria), il coordinamento aziendale del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per la Demenza e, in tempo di pandemia, il supporto alla campagna vaccinale anti-Covid nelle strutture socio-sanitarie.
Questa trasformazione, non formale ma sostanziale, dimostra la volontà della Direzione di assicurare un presidio stabile e strutturato, particolarmente sensibile sia per la tipologia di utenza fragile che per la forte interfaccia con i servizi sociali territoriali e con le istituzioni locali” dichiara il dottor Franco Romagnoni, direttore delle Attività Sociosanitarie dal 2016, referente del progetto regionale per le politiche di invecchiamento attivo e membro della Società italiana di geriatria e del gruppo di studio nazionale sul fine vita.
Tra i prossimi obiettivi, “implementare le connessioni con il Piano regionale di Prevenzione e sfruttare le grandi potenzialità del PNRR per il supporto alla medicina del territorio – anticipa il neo direttore Romagnoni –, in prospettiva dovranno essere presidiate la collaborazione attiva con l’Infermiere di famiglia e di comunità e la presenza significativa dentro alle Case di Comunità”.
Con questa nomina, non solo proseguiamo il percorso per garantire una guida stabile a vari importanti servizi – sottolinea la direttrice generale AUSL Monica Calamai – ma assicuriamo un punto di riferimento provinciale omogeneo in un territorio caratterizzato da un invecchiamento importante della popolazione, da una forte dispersione abitativa in particolare in alcune aree, nonché da un significativo frazionamento dei servizi. Obiettivo, dare risposte importanti a tutela della popolazione fragile, valorizzando un approccio centrato sulla presa in carico integrata del paziente sul territorio e diffondendo alcuni valori fondamentali enunciati nell’Atto Aziendale: integrazione, sostenibilità, equità, partecipazione, etica della professione, tempestività, trasparenza e responsabilità”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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