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Da: Organizzatori

Nuova uscita discografica per il cantautore Leonardo Veronesi che ha pubblicato il 3 agosto 2019 il brano PENSACI BENE unitamente al videoclip ufficiale. La data “atipica” per una uscita discografica in realtà è significativa perché il tema trattato, l’abbandono dei cani, in estate diventa una tristissima realtà.
PENSACI BENE e’ un brano composto da Leonardo Veronesi con la collaborazione dello scrittore Alessandro Reali scaricabile su tutte le piattaforme digitali (etichetta ATIPICO DISCHI).
Il brano e il videoclip fanno parte di un progetto di sensibilizzazione a favore delle adozioni consapevoli e contro l’abbandono dei cani che specialmente in questo periodo possono costituire un ostacolo per chi vuole andare in vacanza. Il progetto e’ stato patrocinato dal Comune di Ferrara e prevede la consegna di chiavette omaggio contenenti il brano e relativo videoclip a tutte le associazioni animaliste che prenderanno parte alla Prima Consulta presto convocata dall’Assessore alla Tutela degli animali. Le riprese del videoclip sono state fatte presso l’Azienda Agrituristica Delizia D’Este una location fantastica dove tutto è a misura di cane e gli animali possono stare al fianco dei loro compagni umani in ogni parte della struttura. Il progetto di cui si è parlato in anteprima alla Rassegna Autori a Corte durante la presentazione del libro noir di Alessandro Reali moderata da Leonardo Veronesi ha fornito l’occasione ai due di intervistarsi a vicenda

LV Ciao Alessandro come stai? Direi bene visto anche il riscontro di pubblico del tuo ultimo libro PAVIA SPORCA ESTATE. La prima domanda che mi viene voglia di farti è la seguente: la prima parola che mi ha colpito del testo è “pagliaio” perché hai usato questo temine e cosa significa esattamente?

AR Cane da pagliaio è un’espressione che si usava in Lomellina… Vuol dire non proprio di razza, veniva usato in modo un po’ ironico…. Mi piaceva pensare che il nostro cane fosse un po’ orgoglioso di questo.

LV Quanto tempo hai impiegato a scrivere il testo della prima stesura da quando ti avevo chiesto se avevi voglia di collaborare con me e scrivere qualcosa sui cani che vengono abbandonati?

AR L’ho scritta subito dopo averne parlato con te, di getto. A volte le idee arrivano così, senza sapere bene il perché. Meglio coglierle al volo. Inoltre amando da sempre i cani mi sono pure sentito chiamato in causa direttamente.

LV Come ti sei sentito a scrivere all’interno delle regole ristrette della forma canzone che obbligano alla sintesi a differenza della narrativa?

AR Ho cercato di raccontare più cose con minor frasi possibili. Come un breve racconto, sapendo che poi ci avresti pensato tu a rendere il tutto funzionale,
essendo un autore di canzoni. Infatti è stato così. Credo che tra noi ci sia stata una bella sintonia, molto positiva.

LV Hai mai pensato ad utilizzare come protagonista un cane in uno dei tuoi noir?

AR Nei libri compaiono spesso cani e gatti. Li amo molto e ne ho avuti molti. Ora vivo con una micina. Anche il mio detective ha un cane a casa e un gatto in ufficio. Una volta ho scritto pure un racconto dedicato a Sally, il mio levriero di qualche anno fa.

AR Leo, da cosa è partita l’idea di una canzone sull’abbandono degli animali!?

LV Da tempo mi frullava per la testa l’idea di poter raccontare dell’abbandono di un cane, di provare a trasmettere la sensazione di spaesamento e di perdita di riferimenti che può provare ad essere abbandonato, in modo non retorico, di incentivare le adozioni facendo presenti le responsabilità e l’importanza che può avere il decidere di adottare un cane senza superficialità, ma rimandavo sempre e non mi fermavo mai per provare a fissare l’idea e capire come realizzarla e svilupparla. Non ricordo bene da quanto tempo questa idea mi frulla per la testa, sicuramente è partita osservando i miei cani.

AR Premesso che collaborare con te è un onore e un piacere, come mai ti sei rivolto proprio a me?

LV Premesso che è un piacere e un onore anche per me, mi sono rivolto a te per diversi motivi. Il primo è che mi sono trovato bene quando hai presentato il mio libro alla Libreria La Feltrinelli di Pavia lo scorso ottobre, il secondo che mi avevi fatto leggere dei tuoi scritti che ho ritenuto interessanti e il terzo è che conosco altri scrittori ma quasi tutti schierati politicamente, mentre tu invece sei informato, hai le tue idee chiare ma non ti schieri come me, sei solare e diretto, insomma sei come scrivi.

AR Per te che sei un vero autore di canzoni, cosa significa lavorare sul testo di un altro, per giunta non musicista? Aggiungo che, a mio parere, sei stato efficace sia nella ottimizzazione del testo e sia nella magnifica interpretazione.

LV Ti ringrazio, sono contento che il risultato sul tuo testo ti soddisfi, spero di essere riuscito a valorizzarlo. Lavorare su testi di altri non è una cosa che faccio spesso perché in genere scrivo tutto da solo, però quando studio testi di altri cerco di analizzare il modo in cui è scritto, i termini usati, come mi arriva e la scansione metrica. In questo caso mi aveva colpito, anche se mi sembrava abbastanza lungo, quindi oltre a comporre la musica giusta, capivo che dovevo sintetizzare alcuni passaggi e trovare una parte centrale in cui far quadrare una sorta di slogan e di concetto da far arrivare all’ascoltatore.

AR l’arrangiamento del brano è molto sofisticato e originale, rispetto alla prima versione, come mai una scelta così complessa per un testo così immediato? Ps, per me va alla grande!

LV provengo dalla vecchia scuola, quando scrivo devo trovare una quadra sulla stesura, sul testo, sulla melodia e sull’armonia facendo affidamento alla mia chitarra, quindi le versioni che sentivi erano le cosiddette versioni chitarra e voce. Una volta che ci siamo resi conto che tutto girava bene, ho cominciato a lavorare sull’arrangiamento, e dopo aver provato diverse soluzioni, ho scelto questo arrangiamento che non so se sia sofisticato, ma mi è sembrato il più adatto con questo richiamo reagge sul parlato delle strofe e con un suono di tastiera che mi ricorda molto sunshine reagge dei Laid Back.

Pensaci bene prima di adottare un animale che va considerato parte integrante della famiglia e non un giocattolo e Pensaci bene prima di abbandonarlo….. oltre ad essere perseguibile per legge ti perseguiterà il rimorso!

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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