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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

A Menlo Park il presidente Bonaccini, in missione in Usa, ha inaugurato “Emilia-Romagna Technology Venture Launc Program” (TVLPx) con 10 start up: parteciperanno a lezioni con docenti delle più importanti Università americane

Un “presidio” nella Silicon Valley per sostenere le start up dell’Emilia-Romagna che vogliono internazionalizzare il proprio mercato, cercare nuovi finanziamenti e accrescere le proprie competenze. E’ il programma Technology Venture Launc Program (TVLPx), lanciato dalla Regione, in collaborazione con Aster, in occasione della missione del presidente Stefano Bonaccini negli Stati Uniti. “Abbiamo voluto accompagnare – ha commentato Bonaccini – dieci tra ragazze e ragazzi, responsabili di altrettante start up selezionate attraverso Aster dalla nostra Regione, perché qui, nella Silicon Valley, possano apprendere, conoscere, trovare il modo di interpretare questa cultura che porta le start up ad essere qualcosa di straordinariamente importante”.
Il primo risultato del programma è stata la selezione, attraverso un apposito bando, delle 10 start up emiliano-romagnole (il 50% sono nel settore food) che stanno partecipando gratuitamente in questi giorni al Silicon Valley TVLP Express a Menlo Park. Un’iniziativa, questa, per sviluppare un’idea di impresa, accrescere le proprie competenze ed acquisire quella che viene definita la Silicon Valley mindset, e che consiste in lezioni teoriche con docenti e professori delle più importanti Università economiche americane, eventi di networking e visite ad incubatori e aziende. La Silicon Valley rappresenta oggi un modello virtuoso di “ecosistema economico”, in cui la collaborazione tra start up innovative, università e investitori ha creato un polo d’attrazione nevralgico per le più importanti aziende high-tech al mondo. E’ il centro mondiale per la creazione di start up innovative: qui, nel 1939, è nata la prima azienda di elettronica civile, la Hewlett-Packard, fondata da due laureati di Stanford università in cui, negli anni ‘50, venne creato l’incubatore Stanford Research Park. Qui hanno sede Facebook, Twitter, Google, Tesla, Uber, Google e ovviamente Apple.
Durante la missione in Usa, Bonaccini – insieme agli assessori Palma Costi (Attività produttive) e Simona Caselli (Agricoltura) – ha visitato e fatto incontri anche all’Ames Exploration Center della Nasa (sempre nella Silicon Valley), alla Stanford University e nella sede di Apple.

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di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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