Skip to main content

da: Ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Dal Dna di cinghiali antichi indizi per ricostruire la domesticazione dei suini

Com’è avvenuta la transizione dalle società di cacciatori e raccoglitori a quelle basate sull’allevamento e l’agricoltura? Nuove risposte per comprendere uno dei processi fondamentali nella storia della nostra specie viene da una ricerca, recentemente pubblicata sulla rivista Scientific Reports, coordinata da Giorgio Bertorelle del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara e da Martina Lari del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze. Lo studio si è avvalso, per le analisi archeozoologiche, del contributo di Matteo Romandini del Dipartimento di Studi Umanistici di Unife e, per l’inquadramento culturale, di Paola Visentini dei Civici Musei di Udine.
Spiega Bertorelle: “ L’analisi genetica di campioni antichi di suini provenienti dal sito preistorico di Riparo Biarzo (Udine), di età compresa tra 7.000 e 13.000 anni fa, suggerisce che l’ipotesi corrente di una introduzione di maiali in Europa a partire da animali domesticati nella Mezzaluna Fertile potrebbe essere rimpiazzata da un modello che prevede una continuità diretta tra cinghiali e maiali europei. In base alle evidenze archeologiche finora note, la domesticazione delle razze suine europee a partire da esemplari selvatici è iniziata nel Vicino Oriente (Mezzaluna Fertile) circa 11.000 anni fa, e si è poi diffusa in tutta Europa. Però, a differenza di altri animali domestici come ad esempio capre e pecore, i cui progenitori selvatici sono presenti solo in aree circoscritte del Vicino e Medio Oriente, i cinghiali sono, ed erano, ampiamente diffusi in Europa”.
“Per questo motivo – prosegue Bertorelle – è molto difficile escludere a priori eventi di domesticazione anche nel nostro continente. Già studi precedenti avevano messo in luce un cambiamento nelle caratteristiche genetiche dei suini europei nelle fasi iniziali del Neolitico. Ciò era stato interpretato come un’introduzione in Europa di animali domesticati altrove. Dalle analisi effettuate in questo nuovo studio sul DNA dei campioni di Riparo di Biarzo, che coprono un intervallo di tempo di circa 6.000 anni a cavallo della transizione neolitica, è stato possibile dimostrare che le sequenze genetiche precedentemente associate all’arrivo dei maiali domesticati nella Mezzaluna Fertile erano, in realtà, già presenti in questa zona ben più di 2000 anni prima dello sviluppo della cultura neolitica e che cambiamenti repentini delle caratteristiche genetiche di questi animali possono essere avvenuti nel passato indipendentemente dall’azione dell’uomo”.
“Alla luce di questi dati – concludeo Bertorelle – la storia delle moderne razze suine europee potrebbe quindi essere semplificata in un continuo processo di domesticazione locale, senza la necessità di una brusca e improvvisa introduzione di animali esotici provenienti dal Vicino Oriente”.
In foto: Giorgio Bertorelle
Per informazioni: Maria Grazia Campantico, cmpmgr@unife.it, tel. 0532 293243, cell. 338 6195376

tag:

UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it