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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Unife protagonista di un nuovo importante passo in avanti nella lotta alla fibrosi cistica. L’Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti ha concesso lo scorso 15 marzo il brevetto per l’utilizzo della molecola Trimetilangelicina (TMA) come correttore del Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator (CFTR), il gene che mutato causa la fibrosi cistica, in cellule epiteliali bronchiali.
I diritti del brevetto appartengono all’Università di Ferrara, all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, all’Università di Bari e a Rare Partners, azienda biofarmaceutica senza scopo di lucro che si occupa dello sviluppo di nuove terapie e diagnostici nel campo delle malattie rare, che ha curato la gestione del brevetto. La designazione di TMA come farmaco orfano per il trattamento della fibrosi cistica era già stata concessa a Rare Partners dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel 2013.
Inventori del brevetto sono Roberto Gambari del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife, Giulio Cabrini del Dipartimento di Patologia e Diagnostica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona e Valeria Casavola del Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica dell’Università di Bari.
“La fibrosi cistica è una malattia genetica potenzialmente letale – ci spiega Gambari – Nella popolazione dell’Unione europea la sua prevalenza è stimata tra i 7 e i 13 casi su 100.000. Un difetto nel gene CFTR provoca un’anomala produzione di muco che causa infezioni polmonari croniche e ostacola la digestione. Le complicazioni polmonari rappresentano la più grave manifestazione della malattia e la ragione dell’alto tasso di mortalità tra i pazienti. Le ricerche sono iniziate con studi degli effetti di piante medicinali su proteine coinvolte nel processo infiammatorio tipico della fibrosi cistica, finanziate dalla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica (FFC) e dalle delegazioni FFC locali di Ferrara e Bologna”.
“Studiando il meccanismo d’azione della molecola TMA – prosegue Gambari – Valeria Casavola ha dimostrato che essa èanche un potente correttore della proteina CFTR, responsabile della patologia; perciò TMA esercita tre diverse azioni su cellule del sistema respiratorio (tra esse attività antiinfiammatoria), ognuna potenzialmente in grado di migliorare lo stato clinico del paziente”.
Come sottolinea Giulio Cabrini…”gli studi clinici con i correttori di CFTR attualmente disponibili, hanno rivelato che la risposta individuale nei pazienti è variabile. La scoperta di nuovi agenti capaci di correggere la proteina CFTR difettosa, è un passaggio obbligatorio per disporre di farmaci capaci di adattarsi ai singoli pazienti affetti da fibrosi cistica”.
“Per portare una molecola così promettente per la cura dei pazienti affetti da fibrosi cistica dalla fase preclinica al banco della farmacia – conclude Gambari – abbiamo in programma di coinvolgere l’industria farmaceutica. Questo risultato ci incoraggia a sviluppare analoghi strutturali di TMA che possano essere proposti per una terapia personalizzata. Questa attività la stiamo portando avanti grazie alla collaborazione con Adriana Chilin del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Padova”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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