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Comunicato stampa Nursing Up.

Sanità, Nursing Up De Palma: «Giungono segnalazioni di importanti ritardi nelle attività di tirocinio dei futuri infermieri. Chiedono di essere vaccinati e vogliono al più presto completare il loro percorso di laurea per realizzare il sogno più grande: diventare infermieri. Parliamo di casi isolati o di scabrose realtà comuni a diversi Atenei? Per scoprire la verità, Nursing Up promuve una indagine sindacale»

3 MAG 2021 – «Ce lo diranno le nostre delegazioni sindacali, che stanno raccogliendo le denunce degli studenti per comprendere a quali livelli e con quale frequenza il fenomeno si presenta.

Tutto parte dall’Università Vanvitelli, di Grottaminarda, dove i giovani ci raccontano di essere gli unici studenti in infermieristica a non essere stati ancora vaccinati.

Circa 300 laureandi in provincia di Avellino, quindi studenti del terzo anno, i nostri futuri infermieri, non avrebbero nemmeno ricevuto la prima dose. I nostri referenti locali e le testimonianze dirette di alcuni dei protagonisti di questa triste vicenda, ci portano a conoscenza anche dei ritardi cronici in merito al tirocinio, come noto fondamentale nel nostro percorso di studi per arrivare alla laurea. Gli studenti del terzo anno denunciano di aver completato solo le ore previste per il primo anno, e parrebbe addirittura che quelli del primo e del secondo anno non avrebbero mai svolto nemmeno un’ora della pratica prevista. Una situazione gravissima che, se confermata, non sappiamo fino a che punto possa essere imputata solo all’emergenza sanitaria, e sulla quale chiediamo che sia fatta luce nel più breve tempo possibile. Nel frattempo le nostre delegazioni sindacali collazioneranno le denunce degli studenti per comprendere a quali livelli e con quale frequenza il fenomeno si presenta su tutto il territorio nazionale.

Così Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up.

«Ci arrivano testimonianze dirette, attraverso le quali veniamo a conoscenza che analoga situazione l’avrebbero vissuta, sempre nella Regione Campania, gli studenti  del Moscati di Avellino, che sarebbero stati vaccinati solo due settimane fa, dopo le loro continue rimostranze. I ragazzi di Grottaminarda lamentano apertamente la mancanza di dialogo con il management aziendale e stigmatizzano un atteggiamento di incomprensibile chiusura. Si tratta degli studenti che prima del Covid effettuavano il tirocinio presso le due realtà ospedaliere dell’Asl di Avellino, ovvero il Frangipane di Ariano Irpino e il Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi.

E’ inaccettabile, continua De Palma, quanto sta accadendo. Oltre ai ritardi sul completamento del tirocinio, che in quanto tali potrebbero pregiudicare gravemente la complessa e delicata macchina dell’apprendimento degli studenti interessati, come Sindacato non possiamo non mettere in evidenza come il desiderio di questi ragazzi, di completare il proprio percorso di studi e la voglia di essere un concreto aiuto anche in favore dell’emergenza sanitaria nel loro territorio, non fanno certamente il paio con l’impegno delle istituzioni ai vari livelli.

Questi studenti sono i nostri futuri professionisti, e con le loro rimostranze stanno dimostrando il loro elevato livello di responsabilità, nonostante non abbiano ancora completato il percorso di studi al quale partecipano. Stiamo parlando di giovani che possiedono consapevolezza ed  abnegazione, qualità tipiche di una professione delicata come quella infermieristica, parliamo di quelle giovani leve su cui il nostro SSN deve puntare nel presente e per il futuro.

Ebbene, essi chiedono di essere vaccinati il prima possibile per contribuire, sul campo e con il loro apporto, a snellire le tempistiche dell’emergenza. Ed è straordinario il fatto che questo spirito, questa consapevolezza, battano forte nel cuore e nell’animo anche di chi infermiere ancora non lo è diventato, e che vorrebbe realizzare presto la sua massima aspirazione, sempre che i fatti incomprensibili dei quali oggi scriviamo non continuino a creare ostacoli sul suo cammino.

La nostra indagine è aperta e se, come noi pensiamo, non si tratta di casi isolati, in qualità  di sindacato denunceremo all’attenzione dell’opinione pubblica, senza indugio, i relativi esiti e dettagli».

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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