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Da ufficio stampa

La Giunta ha approvato il documento di programmazione per il 2017. Sono previsti interventi di politica attiva e sui luoghi di lavoro

Bologna – Sostenere l’inserimento lavorativo e la permanenza qualificata nel mercato del lavoro delle persone con disabilità: la Giunta regionale ha approvato il Piano 2017, finanziato con 12,5 milioni di euro del Fondo Regionale Disabili, attraverso il quale l’Emilia-Romagna definisce obiettivi e linee di intervento.
Il Piano 2017 si colloca nel processo di costruzione, previsto dal Patto per il lavoro, di una Rete attiva per il lavoro che integri servizi pubblici e privati accreditati per migliorare la qualità e aumentare il numero degli utenti dei servizi. Per raggiungere questo obiettivo, la Regione interverrà per potenziare i servizi del collocamento mirato erogati dai 9 uffici territoriali, che dal 1 agosto 2016 sono, insieme ai Centri per l’impiego, di competenza dell’Agenzia regionale per il lavoro. Parallelamente, il Piano richiede ai servizi privati per il lavoro di qualificare i propri interventi in integrazione e non in sostituzione dei servizi pubblici, come previsto dalla disciplina regionale per l’accreditamento.
“Stiamo completando il disegno regionale tracciato col Patto per il lavoro, l’Emilia-Romagna utilizzerà le risorse a disposizione per migliorare i servizi e per realizzare attività di orientamento, formazione e accompagnamento al lavoro delle persone con disabilità- spiega l’assessore regionale al Lavoro e alla Formazione, Patrizio Bianchi-. Il 30% di queste risorse sarà destinato, come prevede la legge regionale 14/2015, a interventi rivolti alle persone disabili che presentino anche particolari situazioni di fragilità sociale”.
In generale, i destinatari delle misure previste dal Piano sono le persone disabili ai sensi della legge nazionale 68 del 99, sia iscritte al collocamento mirato che occupate, le persone con disabilità acquisita nel corso di un rapporto di lavoro e i giovani con disabilità fisica o psichica certificata ai sensi della Legge 104/92, che stiano terminando o che abbiano concluso un percorso formativo e si affaccino al mercato del lavoro. Tra le misure previste ci sono anche azioni per incentivare e supportare le imprese che assumeranno persone con disabilità.
Le misure si suddividono in interventi di politica attiva e interventi promossi sui luoghi di lavoro.
Gli interventi di politica attiva sono individuati a partire dalla situazione occupazionale e dalle esigenze degli utenti e possono essere finalizzate all’inserimento o alla permanenza nel mercato del lavoro. L’elenco comprende attività di orientamento, tirocini, tutoraggio sul posto di lavoro o nel contesto formativo, percorsi di formazione permanente (es. alfabetizzazione informatica e linguistica, competenze di base), percorsi per acquisire una qualifica professionale, percorsi abilitanti per centralinista telefonico non vedente, misure di sostegno all’autoimprenditorialità e percorsi personalizzati per sostenere i giovani nel passaggio dalla scuola al lavoro. Per ciascuna misura finanziabile, il Piano indica anche quali soggetti accreditati possano erogarla (enti di formazione e/o soggetti privati che realizzino servizi per il lavoro a supporto dell’inclusione sociale).
Infine, il Piano individua gli interventi che potranno essere promossi sui luoghi di lavoro, con ricadute dirette sia sulle persone con disabilità che sui datori di lavoro: incentivi all’assunzione, concessi alle imprese a integrazione delle erogazioni dell’Inps, finanziamenti per l’adattamento delle postazioni di lavoro e contributi a sostegno della mobilità casa-lavoro.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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