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“La situazione italiana è grave ma non seria”
(Ennio Flaiano)
… ma viene da aggiungere pure un … boh?

Avrei voluto commentare la caduta del governo Conte due e l’arrivo dell’illustrissimo, esimio professor Draghi. Ma, nonostante stia scrivendo – parole che forse cancellerò prima di cliccare un invio – sono decisamente spiaggiato. Non credo sia grave non avere opinioni, per uno come me intendo. Cioè non sono un commentatore di professione, non sono un ‘proto influencer’ o ‘semi giornalista’, sono solo un cazzone di sinistra, sbandato, senza guida politica, che non risponde a nessun politburo.

Dice: ma al mondo cosa può interessare l’opinione di uno che manco ce l’ha una opinione?
Esatto, saggia domanda.

Ma imperterrito, almeno fino a quando non spingerò il tasto canc, provo a spiegarmi una condizione inspiegabile. Perché ritengo il Conte due un governo che ha avuto più positività che negatività? Forse perché siamo da oltre un anno all’interno di una crisi mondiale che ha stracciato le certezze di un ‘sistema mondo’ sul ciglio della sua autodistruzione? Forse perché una persona distinta, in doppio petto, con la riga da una parte, che non mi rappresenta, alla fine mi rappresenta pure? Al netto dei tanti errori e dei molti ministri molto sotto la soglia della sufficienza, la lotta di alcune persone per bene hanno permesso di tenerci a galla nel marasma, dei Gallera, Fontana, Salvini, Melloni e compagnia cantante. Dovessi dare un voto al governo darei un appena sufficiente, ma in un compito di una difficoltà estrema, con domande che non c’erano sul libro, e neppure si poteva attingere da vecchi appunti, perché la storia arriva a mala pena alla seconda guerra mondiale, manca tutto il secondo novecento, figuriamoci il XXI° secolo, per non parlare della fine del mondo. Non lo so se i miei ragionamenti sono di sinistra, forse sono solo scombinati e senza senso.

Dice: ma uno come te non avrebbe voluto un governo diverso?

Certo che si, avrei molti nomi, che vanno dalla sinistra moderata, all’estrema sinistra, con qualche spruzzata di liberi intellettuali anarchici, operaisti, economisti ecologisti, che poi, per cercare davvero dei nomi che mi piacciono dovrei usare Wikipedia. Peccato che in Italia le forze politiche che io voto, sommate insieme, nei mille simboli che li compongono, forse, arrivano al cinque per cento. Percentuale da estinzione che però non sarà mai agglutinata, perché noi compagni (moderni), non quelli veri di un tempo, non sappiamo aggregarci. Non abbiamo attrattiva, discutiamo nei collettivi in rete, dove abbiamo la capacità di scannarci tra leninisti e trozkisti, tra comunisti e comunisti, tra anti euro e anti Nato. Siamo morti compagni. Non so se qualcuno leggendo, e magari conoscendomi, si preoccupa della mia sanità mentale o della mia ottusa coerenza. Non fatelo, non sono una fake, sono io e per me non c’è speranza e né scelta. Continuerò a votare un qualunque partitino dell’ 1%, non ho alternativa, non ho scampo, quello sono e quello rimarrò.

Tornando a Conte, il sicario ha eseguito il suo intervento alla luce del sole, ha consegnato l’Italia nelle mani dell’unico banchiere in grado di coagulare intorno a lui un ampia rappresentanza, creando un governo d’ammucchiata che Boccaccio scansati proprio. Voleva la destra? E la destra ha avuto.
E quindi, quale era l’alternativa? Alle urne compagni, mobilitiamoci nelle piazze. A no, non si può. Attacchiamo le locandine, consultiamoci nelle sezioni. Le sezioni non esistono più e poi non si può fare neppure quello.

Dittatura! Grida il popolo.

No, un virus di merda, che non riusciamo a debellare perché prima, da sconosciuto ha fatto centinaia di migliaia di morti ed ora, perché le case farmaceutiche hanno bisogno di lucro, continua a farli.

Le elezioni sono un diritto! Guardate che lo so.

Quindi ricapitolando, meglio un banchiere, sicuramente ricco di capacità, amico di Silvio, dei Mattei, l’uno diventato europeista, l’altro spalmato a pelle di leone davanti a Montecitorio, per permettere al Migliore di pulirsi i piedi, con un governo ‘all’altezza’, dove spiccano alcuni personaggi da brivido, o meglio le elezioni? Consultazioni da fare nel pieno di una possibile terza ondata, con centinaia di morti al giorno (in Italia), senza comizi, con una campagna elettorale di una violenza immane, al netto di almeno tre mesi di immobilismo, (mentre stanno arrivando i soldi dell’Europa), con un risultato elettorale già scritto. Destra destra, più centro destra, più centro e più né destra e né sinistra.

Ma la sinistra?

Non c’è compagni, noi non esistiamo, finche rimaniamo fuori, arroccati dentro al mausoleo di Lenin non incideremo mai, ora proprio ora, dove c’è bisogno di noi, perché il sistema capitalistico si sta sgretolando, noi non riusciamo a proporre nulla che non sia litigiosità sulle sfumature da dare alla bandiera rossa. Perché? Perché non riusciamo ad aggregarci, mano aperta che si stringe a pugno, fratellanza che ci portava a dividere il pane, corpi tenuti per mano in un nuovo quarto stato, dove tutti invece di guardare al sol dell’avvenire, si guardano le mani che tengono strette un telefono dallo schermo luminoso. Perché non siamo capaci di unirci, di essere il sogno di milioni di persone come nel ‘900, perché non sogniamo più?

Troppi, perché in un mare di parole inutili.

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Cristiano Mazzoni

Cristiano Mazzoni è nato in una borgata di Ferrara, nell’autunno caldo del 1969. Ha scritto qualche libro ma non è scrittore, compone parole in colonna ma non è poeta, collabora con alcune testate ma non è giornalista. E’ impiegato metalmeccanico e tifoso della Spal.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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