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Da: Regione Emilia Romagna.

A disposizione le risorse del Programma regionale di sviluppo rurale per rafforzare la competitività delle produzioni. Un milione di euro è destinato a progetti per imballaggi riciclabili e alla riduzione della plastica. Domande entro il 3 giugno 2020

Un’agricoltura sempre più intelligente, sostenibile, innovativa. La Regione ha approvato un nuovo bando che mette a disposizione oltre 4,8 milioni di euro del Psr per sostenere proposte innovative realizzate dai GOI, Gruppi operativi per l’innovazione. Tra le novità, con un milione di euro, il bando promuove idee e progetti sul packaging e l’uso di nuovi materiali riciclabili, così come le proposte “plastic free” da attivare nelle diverse fasi della produzione agricola.

Delle altre risorse stanziate, più di 1,3 milioni di euro sono destinate al settore ortofrutticolo, vitivinicolo e alle produzioni vegetali, circa un milione va agli allevamenti suinicoli e avicoli e alle produzioni animali, oltre 760 mila euro al lattiero-caseario, infine 730mila euro per seminativi e foraggere. Il tutto per sostenere progetti mirati a migliorare la competitività dei produttori, creare un valore aggiunto e promuovere i prodotti agricoli nei mercati locali, incentivare le filiere corte, sostenere la competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera agroalimentare, anticipando temi che saranno presenti nella prossima programmazione comunitaria.

Si avviano così a conclusione le misure per l’innovazione nel settore agricolo e agroalimentare previste del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 che ha visto l’Emilia-Romagna al primo posto in Europa sia per la quantità di risorse – 50 i milioni di euro investiti complessivamente – che per numero di Gruppi operativi finanziati. Oggi sono oltre 180 quelli in attività ma, una volta concluse le valutazioni di tutti i bandi, supereranno ampiamente le 200 unità. Per la presentazione delle domande c’è tempo fino al 3 giugno 2020.

Cosa prevede il bando
Per beneficiare dei contributi i Piani di innovazione, che avranno una durata di due anni, dovranno avere una dimensione finanziaria compresa tra 100 e 300 mila euro e potranno beneficiare di un contributo pari al 70% della spesa ammissibile.

Molte e diversificate le priorità: in sintesi potranno essere finanziati progetti innovativi di sostenibilità degli allevamenti, per il benessere animale e l’antibiotico resistenza, di adattamento ai cambiamenti climatici delle produzioni, la messa a punto di genotipi innovativi per l’agricoltura sostenibile così come lo sviluppo di supporti organizzativi e di servizi in ambito di filiera, di strutture e di organizzazione logistica fino alla meccanizzazione integrale e alla robotica per l’agricoltura, alle pratiche agricole pre e post raccolta per la sicurezza di produzioni e nuovi prodotti, alle tecnologie per la produzione di alimenti zootecnici.

I Piani potranno comprendere anche attività di formazione per gli agricoltori e di consulenza aziendale al fine di favorire la diffusione e adozione dei risultati.
Infine, saranno applicate le recenti disposizioni procedurali che prevedono l’ampliamento dell’applicazione dei costi standard e delle spese generali che, per i beneficiari, rappresentano un significativo miglioramento in termini di semplificazione degli adempimenti amministrativi./Eli.Co.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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