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Sala Conferenze pressoché esaurita per conoscere le tante opportunità messe in campo da Ministero dello Sviluppo economico, Invitalia, Regione Emilia Romagna e Camera di commercio. Lunedì 4 dicembre appuntamento in Camera di commercio per saperne di più.

Sala Conferenze pressoché esaurita per il convegno “Contributi per la nascita, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese femminili ferraresi”, promosso dal Comitato provinciale per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio in collaborazione con Unioncamere italiana, e in programma lunedì 4 dicembre, a partire dalle 15.00, nell’ambito del “Decimo giro d’Italia delle donne che fanno impresa”. “Un mondo, quello delle imprese femmnili – ha sottolineato Gisella Ferri, presidente del Comitato – che non ci parla solo di competitività, di fatturati e di export, ma che richiama – ed incarna – un modello di sviluppo che sa tenere insieme la capacità di conquistare nuovi mercati con la valorizzazione del capitale umano, e che della coesione sociale, dei rapporti coi territori e con le comunità fa un fattore produttivo determinante”.
Impresa 4.0, sostegno alle nuove aziende, qualità e innovazione, reti e filiere, turismo, internazionalizzazione e microcredito: questi alcuni dei temi su cui fanno leva i contributi ed i finanziamenti (oltre 1 milione di euro) messi in campo dal Ministero dello Sviluppo economico, da Invitalia, dalla Regione Emilia Romagna e dalla Camera di commercio di Ferrara con l’obiettivo di sostenere la ripresa e lo sviluppo del tessuto produttivo femminile della nostra provincia. “Lo sentiamo ogni giorno nei telegiornali, ha proseguito Gisella Ferri. La contrazione del credito bancario che oggi strozza l’economia italiana non è un fenomeno transitorio. Esso è destinato a durare per anni, perché le banche devono ricostruire il capitale, ridurre la leva finanziaria e ristrutturare per far salire la redditività. Per tutti questi motivi è essenziale sviluppare canali di finanziamento alternativi, favorendo la creazione di un «migliore ecosistema» per favorire forme di finanziamento alternativo di lungo periodo alle imprese”.
I dati, intanto, mostrano che le donne d’impresa, dinamiche e attente al mercato, stanno guadagnando nel tempo spazi maggiori nel tessuto produttivo ferrarese. E sono due volte più giovani, per data di avvio dell’attività e per incidenza di imprenditrici con meno di 35 anni: 4 imprese femminili su 10 infattti – fa sapere l’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio – sono state create dal 2010 ad oggi (tra gli uomini, solo 3 su 10 hanno meno di 7 anni). Le 790 attività guidate da imprenditrici under 35, inoltre, sono circa il 10% del totale delle aziende a trazione femminile (8.141), mentre tra gli uomini sono il 6,7%. Tra i settori, infine, su cui più si concentrano nella nostra provincia le imprese in rosa, le filiere agroalimentari e turistiche, il commercio, le attività di noleggio e le agenzie di viaggio.
La partecipazione al convegno è gratuita previa iscrizione sul sito www.fe.camcom.it. Per maggiori informazioni: Comitato per l’imprenditoria della Camera di commercio di Ferrara (tel. 0532/783813-820; e-mail: promozione@fe.camcom.it).

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CAMERA DI COMMERCIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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