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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Siglato un protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna e Ufficio Scolastico Regionale per dare maggiori possibilità di occupazione ai ragazzi che conseguono il diploma quinquennale di Tecnico socio sanitario.

Gli allievi degli istituti professionali ad indirizzo socio-sanitario, previo accesso e superamento del relativo esame, potranno acquisire anche la qualifica di Operatore Socio Sanitario (OSS). La novità è frutto di un protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna e Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna che ha l’obiettivo di dare maggiori possibilità di occupazione ai ragazzi che conseguono il diploma quinquennale di Tecnico socio sanitario.
In regione gli istituti che hanno una o più classi ad indirizzo socio-sanitario sono 16. Le classi che potrebbero essere interessate a rientrare nel protocollo sono indicativamente 20, per circa 500 studenti.
Gli istituti scolastici che intendono avvalersi di questa opportunità per arricchire la propria offerta formativa, dovranno rimodulare e integrare l’organizzazione curricolare del loro percorso formativo con gli standard professionali, formativi e di certificazione previsti dalle norme nazionali e regionali. L’Operatore Socio Sanitario è infatti una figura regolamentata a livello nazionale con uno specifico accordo Stato/Regioni e in Regione Emilia-Romagna è stata recepita come qualifica regionale, descritta negli elementi essenziali che identificano le principali competenze necessarie per svolgere le attività che caratterizzano questa professione nel mercato del lavoro. Il protocollo d’intesa delinea un intervento sperimentale di durata triennale.
“Il protocollo favorisce un cambio di prospettiva per gli istituti professionali e dà agli allievi nuove prospettive occupazionali – spiega l’assessore regionale alla Scuola e Formazione Patrizio Bianchi – Per favorire il buon esito dell’intesa è importante l’integrazione tra istituzioni scolastiche e enti di formazione in coerenza con l’impianto normativo regionale e nazionale”.
“La novità – aggiunge il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, Stefano Versari – è la possibilità di accedere all’esame con il solo percorso progettato e realizzato dalla scuola. In sostanza, al termine del quinto anno, gli studenti che supereranno entrambi gli esami previsti, conseguiranno sia il diploma superiore di tecnico socio-sanitario, sia quello di qualifica professionale OSS. Ad oggi, l’Emilia-Romagna – prosegue Stefano Versari – è la prima regione che, attraverso questo accordo, consente a tutti gli istituti professionali ad indirizzo ‘servizi socio-sanitari’ di attivare questa specifica qualifica professionale. E’ una grande opportunità offerta ai nostri studenti delle scuole ad indirizzo tecnico socio-sanitario.
Lunedì 27 luglio si terrà già un primo incontro di presentazione alle scuole interessate, dove Regione e Ufficio Scolastico Regionale illustreranno i contenuti del protocollo.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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