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Da: Comunicazione dal Comune di Ferrara

Di seguito una nota del vicesindaco Nicola Lodi, relativa alla Operazione Parchi Sicuri

L’Operazione Parchi Sicuri, che ha preso il via pochi giorni fa, è alla sua prima fase operativa e, come abbiamo già avuto modo di spiegare durante la presentazione alla stampa dell’iniziativa, non è possibile ipotizzare risultati immediati.
Non ho mai sostenuto che togliendo le panchine lo spaccio sarebbe stato immediatamente debellato, anzi, ho chiarito fin da principio che si tratta solo di un primo step di un’operazione molto complessa che durerà mesi.
Durante questo periodo invito i cittadini interessati a collaborare attivamente, anche contattando i nostri uffici per segnalazioni e suggerimenti che, per il nostro modo di concepire l’amministrazione di una città, sono sempre benaccetti.
Il programma andrà avanti e il punto sui primi risultati lo faremo tra qualche mese, dopo che l’Operazione Parchi Sicuri sarà entrata nel vivo e ci saranno gli elementi per valutare l’efficacia di un piano operativo che oggi è alle sue prime mosse.
Tuttavia, e questo ci tengo a sottolinearlo, parlare di panchine che vengono eliminate, è profondamente sbagliato: l’arredo urbano che viene sottratto ai luoghi tipici dello spaccio (e soltanto a quelli dopo attente valutazioni condivise con i residenti delle zone interessate) verrà ricollocato in altre posizioni e in altre aree verdi, magari nei parchi delle frazioni che necessitano di un miglioramento.
Sia chiaro: nessuno ha la bacchetta magica e purtroppo conosciamo bene le astuzie e le modalità di azione degli spacciatori che, da anni, utilizzano gli spazi pubblici della nostra città come centri di smercio della droga.
Si tratta di soggetti convinti di fare il bello e il cattivo tempo, e di essere padroni del territorio, anche perché la precedente amministrazione poco o nulla ha fatto per contrastare questo fenomeno che si è profondamente radicato.
Stupisce, in questo senso, assistere ad atteggiamenti disfattisti su un progetto appena avviato, da parte di chi non è riuscito in anni di amministrazione a risolvere questo grave problema che interessa diverse aree di Ferrara e non soltanto la zona Gad.
Migliorare le condizioni di quartieri che sono stati così a lungo lasciati a se stessi non è un’impresa semplice, ma noi ci siamo impegnati ad affrontarla e la porteremo avanti fino a quando avremo raggiunto i nostri obiettivi che sono garantire la sicurezza e la qualità di vita dei cittadini perbene.
Per quanto riguarda, infine, l’utilizzo delle sedie portate da casa dai pusher per lo spaccio non si tratta affatto, purtroppo, di una novità: già nel passato i residenti della zona ci avevano segnalato, quando ancora non eravamo al governo della città, questo problema con tanto di foto e video che riprendevano questi comportamenti sui quali interverremo, nei prossimi giorni, con la collaborazione della polizia locale e, nelle prossime settimane, con azioni ancor più mirate.

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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