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Da: Ufficio stampa

Bondeno (Ferrara), 13-03-2019.
Esiste un’ordinanza della Polizia municipale dell’Alto Ferrarese (la numero 14, pubblicata lo scorso febbraio) che disciplinerà d’ora in poi le manifestazioni pubbliche, come fiere, mercati o sagre. In che cosa consiste il provvedimento? Non mancano in giro per il territorio eventi pubblici in cui si cucinano alimenti e si utilizzano bombole di gas Gpl che, come noto, è altamente infiammabile. Il cui non corretto utilizzo può dare origine ad incendi e deflagrazioni, dal momento che il peso del “gas petrolio liquido” è superiore a quello dell’aria e, dunque, può dare origine a sacche di gas che si depositano al suolo. Che fare allora? La risposta l’ha data un’ordinanza della Polizia municipale: innanzitutto, chiunque utilizzerà attrezzature di questo tipo dovrà poter esibire ai controlli una dichiarazione di corretto montaggio delle attrezzature redatta da un soggetto in possesso dell’attestato previsto dalle norme (art. 11 – D.lgs 128/2006). Ogni banco che utilizzerà bombole Gpl dovrà possedere un estintore. Qualora le bombole siano collocate ad una distanza minore di 5 metri da caditoie, queste ultime dovranno essere coperte da lamiere incombustibili di adeguate dimensioni. Le bombole vanno posizionate in posizione verticale, con la valvola in alto su di una superficie solida di appoggio in piano. Il contenitore di gas deve essere, inoltre, inaccessibile al pubblico, senza che l’oggetto sia collocato sotto la linea del suolo e in ambienti chiusi. Il tutto deve essere mantenuto lontano da materiali infiammabili, mentre bombole, tubi e regolatori non devono essere lasciati esposti al sole. La bombola del gas – ma solo per sintetizzare i contenuti principali del provvedimento – non va mai sostituita in presenza di piastre cottura, bracieri o apparecchi elettrici in funzione. Al termine di ogni operazione, il rubinetto va chiuso e, in occasione della sostituzione della bombola (da parte di personale qualificato) va sostituita anche la guarnizione tra il rubinetto e il regolatore. Tra le sanzioni previste per chi non rispetterà le regole: una multa da 100 euro e l’obbligo di ottemperare alle prescrizioni del caso. In mancanza del rispetto delle regole verrà ordinata la cessazione dell’attività connessa all’utilizzo del gas.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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