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Da Lega Nord Emilia Romagna

DANIELE MARCHETTI E MASSIMILIANO POMPIGNOLI (LN): «GRANDE SODDISFAZIONE PER ESSERE RIUSCITI A FARE PASSARE IL MESSAGGIO DI UNA MAGGIORE ATTENZIONE PER LA SICUREZZA DEI CITTADINI»

Maggiori risorse e strumenti a disposizione delle polizie locali del territorio. Proprio come invocava la Lega Nord, a fronte di posizioni articolate sul tema, che portano alcuni a richiamare spesso il tema di una “insicurezza solo percepita”. Temi che la Lega ha sempre contestato. Perché, dati alla mano, il Carroccio è riuscito a fare passare (con il sostegno della maggioranza) un apposito ordine del giorno, a prima firma Daniele Marchetti, ma al quale hanno contribuito Massimiliano Pompignoli e il resto del gruppo Ln, per impegnare la Giunta regionale in favore della sicurezza. «La nostra proposta è stata ascoltata e accolta, con un atteggiamento costruttivo intavolato e del quale ringraziamo anche il relatore di minoranza Boschini (Pd) – spiegano Daniele Marchetti e Massimiliano Pompignoli -. Il tema che abbiamo voluto sostenere è quello dell’emergenza portata dall’incremento di furti, microcriminalità e reati predatori, che colpiscono una cittadinanza ormai sfiduciata delle proprie istituzioni. Non si tratta di una percezione, ma di una serie di dati incontrovertibili. Crediamo che per ristabilire una maggiore sicurezza della popolazione fosse necessario prevedere lo stanziamento di maggiori risorse, da destinare ai corpi di polizia locale, per la funzione che questi esercitano per il controllo del territorio e in termini di prevenzione». La legge regionale numero 24 del 2003 assegna all’organismo di viale Aldo Moro una serie di funzioni sulla materia. Per esempio, nella specializzazione e potenziamento dei corpi di polizia locale. L’ordine del giorno approvato nella seduta di bilancio, in questo scenario, «impegna l’esecutivo Bonaccini – sottolineano Marchetti e Pompignoli – a prevedere lo stanziamento di ulteriori risorse, nella fase del primo assestamento di Bilancio, durante l’esercizio finanziario 2018. Proprio nel merito della promozione, del sostegno e della dotazione delle polizie locali. Lo riteniamo un successo per la Lega Nord – concludono dal Carroccio – che è riuscita a portare a casa un risultato importante, su di un tema delicato, nella difesa e per la sicurezza dei nostri cittadini».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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