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da: Ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna

Con l’approvazione della nuova riforma della scuola (L. n 107/2015), si è discusso molto dell’attuazione dei principi di pari opportunità, di educazione alla parità tra i sessi, di prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, promossa e sostenuta dalla riforma stessa per tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Tali indicazioni normative sono state pretestuosamente accusate di voler diffondere la cosiddetta “teoria del gender”, che affermerebbe la natura sociale dei ruoli sessuali senza considerare la natura umana.
Sono state attaccate altresì le Linee Guida dell’OMS in materia di educazione sessuale a scuola, accusate anch’esse di voler promuovere “l’ideologia del gender”, mentre esse indicano tra le tematiche da trattare lo sviluppo del corpo umano e la sua salute, la riproduzione, il rispetto dell’intimità propria e altrui, la genitorialità consapevole, l’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Come Ordine Professionale desideriamo fare chiarezza innanzitutto sul concetto di “teoria del gender” o “ideologia del gender” sottolineando che essa è inesistente a livello scientifico. Al contrario, esistono da anni “studi di genere” che possiedono invece rilevanza scientifica e che hanno dimostrato che omofobia, sessismo e pregiudizi di genere sono culturalmente appresi sin dalla prima infanzia e trasmessi tramite l’educazione, i media, le regole sociali, la comunicazione, le relazioni ecc. I risultati di tali studi portano quindi a ritenere che sia fondamentale favorire una corretta e informata educazione alle diversità nelle scuole, capace di affrontare la complessità della persona nelle sue diverse sfaccettature. Favorire l’educazione sessuale nelle scuole con progetti specifici significa promuovere e fare chiarezza sull’affettività umana in tutti i suoi aspetti, mettendo in grado la persona di manifestarsi nel rispetto della propria unicità e di quella altrui.
Un’educazione mirata al rispetto della persona è quindi fondamentale per contrastare fenomeni di bullismo, violenza, omofobia, superando ogni possibile discriminazione, favorendo la parità di genere e la visione della diversità come indispensabile risorsa sociale.
Desideriamo chiarire che la posizione dell’Ordine dell’Emilia-Romagna è assolutamente in linea con quanto più volte sostenuto dal CNOP e in particolare con il comunicato del 9 settembre 2015 che riprende la nota dell’Associazione Italiana di Psicologia sulla rilevanza scientifica degli studi di genere e orientamento sessuale e sulla loro diffusione nei contesti scolastici italiani.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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