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da: Associazione Culturale Balamòs

Balamòs Teatro organizza un incontro di laboratorio con Ottavia Piccolo, Venerdì 23 Gennaio 2015, alle ore 16.00 nell’ambito del progetto teatrale Passi Sospesi alla Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, (ingresso riservato) in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto.
L’attrice è presente a Venezia in questi giorni con lo spettacolo “7 minuti”, regia di Alessandro Gassmann, che rievoca la storia di 11 operaie che rischiano di perdere il lavoro se non accettano di rinunciare a 7 minuti della loro pausa.
La storia narrata è veramente accaduta a un gruppo di operaie francesi che si ritrovano nella situazione di dover scegliere tra i diritti acquisiti dei lavoratori, come il diritto alla pausa, e il bisogno di lavorare, tra urgenze individuali di sopravvivenza e dignità, tra la memoria delle lotte e delle conquiste e la paura e la povertà di un presente sempre più incerto.
Uno spettacolo interamente al femminile che inevitabilmente si confronta con “Cantica delle donne”, l’ultimo spettacolo realizzato dalle donne detenute della Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro con la collaborazione dell’attrice e musicista Lara Patrizio; uno spettacolo sulla violenza contro le donne che attraversa ogni ambito della vita pubblica e privata, luoghi, strade, lavoro e soprattutto famiglia.
Come sostiene l’attrice in un’intervista “Il teatro è inevitabilmente politico, il suo compito principale è parlare di problemi attuali per una comunità che si riunisce per ascoltare, come è sempre stato dal teatro greco in poi”.
La visita di Ottavia Piccolo alla Casa di Reclusione Femminile di Giudecca è totalmente gratuita, fa parte del Protocollo d’Intesa tra Balamòs Teatro, Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, Teatro Stabile del Veneto e ha come obiettivo quello di ampliare, intensificare e diffondere la cultura teatrale dentro e fuori la Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, attraverso un ricco e complesso programma di pedagogia teatrale che cura il regista e pedagogo teatrale Michalis Traitsis.
Ottavia Piccolo è nata a Bolzano nel 1949. Ha esordito a 11 anni in Anna dei Miracoli di William Gibson per la regia di Luigi Squarzina. E’ comparsa in televisione ne Le notti bianche di Dostoevskij ed ha esordito sul cinema nel film di Luchino Visconti, ll Gattopardo nel 1963. Ha lavorato con Giorgio Strehler, Luca Ronconi, Mauro Bolognini e Pietro Germi, Ettore Scola, Felice Farina, Pierre Granier-Deferre. E’ stata apprezzata anche dal pubblico televisivo per i numerosi sceneggiati.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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