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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

L’Università di Ferrara nuovamente in eccellente posizione nelle classifiche degli Atenei italiani. Questa volta a premiarla è la nuova classifica de “Il Sole 24 Ore” sulla qualità delle Università del Paese, pubblicata lunedì 23 giugno, che vede Unife al quattordicesimo posto su 61 Università statali con un punteggio di 68, nella classifica generale che valuta al 50% la didattica e al 50% la ricerca.
Come afferma il Prof. Francesco Bernardi, Pro Rettore dell’Università di Ferrara… “Nonostante i criteri di valutazione siano stati rivoluzionati rispetto agli anni precedenti, siamo pienamente soddisfatti dei risultati raggiunti: siamo posizionati saldamente nel gruppo delle Università migliori e ad un passo da Atenei prestigiosi e di grandi dimensioni”.

Sempre amata dai fuori sede
Un dato particolarmente significativo riguarda l’attrattività, che premia Unife posizionandola al quarto posto assoluto tra le Università italiane.

La Didattica
Risultati eccellenti anche per la classifica della didattica che vede l’Ateneo di Ferrara spiccare al nono posto su 61. Non solo. Nella graduatoria inerente le Borse di studio, ovvero la percentuale di idonei che le hanno ottenute, Unife svetta al terzo posto tra le migliori 22 Università. Molto positiva anche la quarta posizione dell’Ateneo nella graduatoria della dispersione, con l’88,9%. di studenti che dal primo anno si sono iscritti al secondo anno di un corso di laurea dell’Università di Ferrara. E anche per quanto riguarda l’indicatore dell’efficacia, ovvero la media dei crediti formativi ottenuti con il superamento degli esami in un anno per iscritto, l’Ateneo estense si posiziona all’undicesimo posto con il 36,3%.
“I risultati – dichiara il Prof. Lorenzo Pareschi, Delegato del Rettore alla didattica – premiano l’impegno che l’Ateneo ha profuso al fine di migliorare la qualità dell’attività didattica incentivando le immatricolazioni degli studenti migliori e riducendo abbandoni e dispersione grazie anche al lavoro messo in campo dai manager didattici e all’attività di tutorato. Siamo quindi veramente soddisfatti del nostro ottimo posizionamento nella classifica”.

La Ricerca
Ferrara occupa una posizione di rilievo anche nella classifica della Ricerca, dove si colloca al diciottesimo posto su 61 Atenei con un punteggio di 68 ed è in ottima posizione anche per quanto riguarda l’indicatore Ricerca basato sui giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), dove si classifica al dodicesimo posto, ma in realtà sesta in assoluto con un punteggio di 1,1 a pari merito tra gli altri con Bologna, Politecnica delle Marche, la Statale di Milano, Brescia, Roma Foro italico, Venezia Ca’ Foscari . Un ottimo nono posto anche per l’alta formazione e la qualità dei dottorati di ricerca, graduatoria valutata sempre sulla base dei giudizi ottenuti dall’ANVUR.
“La collocazione dell’Università di Ferrara è particolarmente lusinghiera – commenta il Prof. Francesco Di Virgilio, Delegato del Rettore alla ricerca, trasferimento tecnologico, spin-off, brevetti – soprattutto in considerazione delle crescenti e sempre più consistenti riduzioni dei fondi ministeriali destinati alla ricerca e all’innovazione tecnologica. A questa drammatica emergenza finanziaria l’Ateneo ha risposto con la mobilizzazione di importanti risorse proprie che hanno permesso di potenziare l’impegno per la formazione ed il reclutamento dei giovani ricercatori. Questo impegno si è tradotto non solo nell’erogazione di un numero crescente di borse di dottorato, assegni e borse di ricerca da parte dei Dipartimenti Universitari, ma anche nella concessione di borse di studio finalizzate alla frequenza di prestigiose Istituzioni estere. Le valutazioni dell’ANVUR confermano la validità delle scelte strategiche di Unife che ha sempre coltivato con coraggio, fiducia e determinazione il futuro delle nuove generazioni di ricercatori”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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