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Da: Ufficio Stampa Coldiretti Ferrara

Favorito dal bel tempo l’afflusso di migliaia di persone in Piazza Trento Trieste per seguire i laboratori del riuso e riciclo ed acquistare i prodotti dalle aziende agricole di Campagna Amica.

“E’ andata in archivio una edizione da record delle Giornate Provinciali del Ringraziamento di Coldiretti Ferrara e vogliamo ringraziare i ferraresi ed i turisti che sono venuti a trovarci nella piazza principale della città per averci confermato vicinanza ed affetto, soprattutto in questa annata che purtroppo non si chiude positivamente per il nostro settore”.
Floriano Tassinare, presidente della federazione ferrarese di Coldiretti, sottolinea il grande afflusso di persone, circa diecimila, che hanno visitato il grande stand allestito sul “Listone” portando soddisfazione a tutti gli espositori e partecipanti al Mercato dei produttori ed alle animazioni susseguitesi nelle due giornate di sabato e domenica scorsi.
“Un ottimo risultato – evidenzia anche il direttore Roberto Palù – che testimonia il valore del nostro progetto sulle filiere agricole, compresa la filiera corta dei mercati degli agricoltori, che nelle due giornate in piazza, ma anche in altri contesti, come nel mercato coperto di Ferrara in Via Montebello, al martedì, giovedì e sabato, consente ai cittadini di trovare prodotti salubri e di qualità al giusto prezzo, tenendo fede al “Patto con il Consumatore” che ormai da vent’anni caratterizza il nostro modello di sviluppo”.
L’iniziativa di Coldiretti, che segna la fine dell’annata agraria e ne traccia il bilancio, ormai da molti anni si tiene per Ferrara nella città capoluogo, in una delle piazze più importanti della città e contribuisce a rinnovare il dialogo tra il mondo agricolo ed i consumatori, portando all’attenzione di volta in volta un tema conduttore sul quale riflettere.
Il tema del 2019 è stato quello della sostenibilità e dell’economia circolare, del riciclo e riuso, testimoniato dalla proposta di ricette di cucina sia tradizionali che innovative, nelle quali impiegare gli avanzi limitando lo spreco di cibo, ed anche dal laboratorio artistico di Violetta Roma, che usando zucche essiccate, sassi, legno del Boscone e rami e tronchi recuperati in spiaggia, crea vere e proprie opere d’arte che si rifannno alla natura ed al nostro territorio, con la novità delle terrecotte lavorate con attenzione e cura che diventano animali del bosco e della valle o piatti e statue evocativi del mondo rurale.
Ma grande successo e gradimento in particolare hanno riscosso i banchi di vendita diretta degli agricoltori ferraresi e delle altre province dell’Emilia-Romagna e di altre regioni che hanno proposto i loro prodotti di stagione, freschi o trasformati: dalla frutta e verdura fresca, ai frutti antichi, al miele, alle confetture, ai salumi e formaggi, l’aglio di Voghiera, la pasta fresca, il riso, noci, tartufi e funghi, vino, olio, lumache, pesce fresco… un’ampia e gustosa rassegna del nostro Made in Italy di stagione, caratterizzato dall’uso consapevole e corretto dei mezzi tecnici e con ridotto impatto ambientale, sicuro, salubre e di qualità.
Insieme a Coldiretti negli stand anche le pro-loco di Tresigallo e dell’Alto Volano, AVIS e LILT Ferrara, Bonifiche Ferraresi, S.I.S., unite nella condivisione di un corretto stile di vita e di alimentazione, della tutela e promozione del territorio e delle produzioni che gli agricoltori in esso realizzano, con una continua cura che ne consente la conservazione ed il miglioramento.
“Ringraziamo di cuore ancora una volta i nostri concittadini – conclude Tassinari – che sono sempre al nostro fianco e ci riconoscono come interlocutori credibili e ci sostengono nelle nostre battaglie, a cominciare da quella sull’etichettatura obbligatoria dell’origine, alla tutela del territorio, alla sicurezza ambientale e soprattutto come produttori del cibo che ogni giorno si trova sulle nostre tavole, nonostante le tante difficoltà ed i problemi che mettono a dura prova gli agricoltori. Grazie anche alle istituzioni, in particolare al Comune di Ferrara ed al sindaco Fabbri, alla Camera di Commercio, all’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, che insieme a noi ha celebrato la Giornata del Ringraziamento con i tradizionali momenti dell’offerta dei prodotti della terra e con la benedizione dei mezzi agricoli”.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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