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Ufficio Stampa Coop Alleanza 3.0.

“OVER THE RAINBOW. UN’AGENDA PER L’INCLUSIONE”: L’INCONTRO DI ACADEMY DI COOP ALLEANZA 3.0.

Nel quadro delle attività legate ad Academy – operazione culturale e formativa aperta alle lavoratrici e ai lavoratori di sede e di punto vendita, oltre che ai soci –, Coop Alleanza 3.0 promuove l’incontro virtuale Over the rainbow. Un’agenda per l’inclusione, dedicato alle tematiche connesse al contrasto delle discriminazioni e le violenze per l’orientamento sessuale, il genere, l’identità di genere e le disabilità.

La scelta di questo tema rispecchia la volontà della Cooperativa di contribuire al dibattito, su argomenti più che mai attuali e inerenti a valori quali l’inclusione, la democrazia, l’eguaglianza, la sostenibilità.

L’appuntamento con “Over the rainbow. Un’agenda per l’inclusione” è fissato per venerdì 14 maggio alle ore 18.00. Proposto in modalità virtuale, è aperto alla partecipazione di tutti e si terrà sul sito all.coop/academypresenta.

All’incontro parteciperanno l’Onorevole Alessandro Zan, della Camera dei Deputati; il presidente di Coop Alleanza 3.0, Mario Cifiello; la Diversity & Inclusion Manager di Barilla Group, Luisa Ercoli; il Direttore artistico del Gender Bender Festival, Daniele Del Pozzo. A moderare l’appuntamento sarà il giornalista e attivista Vincenzo Branà.

L’incontro inoltre coinvolgerà rappresentanti del mondo dell’impresa, della cultura e della cooperazione che interverranno contribuendo in modo concreto e con un approccio informato al dibattito sulla costruzione di una comunità sempre più inclusiva in cui diventa fondamentale il contrasto alla discriminazione e alla violenza per motivi che riguardano il sesso, genere e identità di genere, orientamento sessuale, e disabilità.

Sulla piattaforma online di Academy sarà possibile seguire interamente l’evento e saranno successivamente disponibili materiali video e contributi dei relatori.

“Coop Alleanza 3.0 ha deciso di ospitare su Academy un evento sul contrasto alla discriminazione perché in questo momento storico è necessario promuovere confronti e dibattiti che entrino nel merito di un tema così importante come l’inclusione che è uno dei principi fondamentali della cooperazione.” dichiara il presidente di Coop Alleanza 3.0, Mario CifielloTroviamo coerente con la natura cooperativa il sostegno a una battaglia dedicata alle tematiche connesse al contrasto delle discriminazioni e le violenze per l’orientamento sessuale, il genere, l’identità di genere e le disabilità la cui centralità vogliamo ribadire promuovendo un momento di confronto aperto, informato e condiviso”.

Dai primi di giugno saranno inoltre disponibili nei negozi della Cooperativa le “Pride Bag”, sporte di tela con il logo Coop declinato con i colori arcobaleno. Il ricavato andrà a sostenere progetti di inclusione e di contrasto alla discriminazione tra cui il Gender Bender Festival.

 

Cosa è Academy di Coop Alleanza 3.0:

Academy di Coop Alleanza 3.0 è un ecosistema di formazione, informazione, condivisione di saperi e responsabilità: nasce dall’intento strategico di integrare una proposta formativa ricca con un’offerta di più ampio respiro, capace di abbracciare momenti dedicati all’acquisizione di competenze soft, legate al long life learning, e occasioni di confronto su temi di interesse diffuso. Academy si posiziona dunque come operazione culturale trasversale, in aperta a tutti i lavoratori di Coop Alleanza 3.0 in forza presso le sedi e nei negozi diffusi in 9 regioni italiane. In questo senso, Academy realizza e implementa il senso della Corporate University, in cui ciascun dipendente – sia in sede sia in punto vendita – è protagonista di un percorso di crescita individuale e articolato tra formazione libera, formazione professionalizzante e discussione sui grandi temi del nostro tempo.

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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