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Da: Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara

“Purtroppo non sarà Sgarbi il candidato della destra locale, se così fosse, come è successo in passato, potrei andare finalmente in ferie.

Ha già fatto del resto l’amministratore in mezza Italia senza mai terminare un incarico, troppa fatica, troppe responsabilità e poco compenso, io invece sono qua da dieci anni ed in questo tempo “loffio” ho concluso decine di opere, reperito risorse, appaltato lavori per quasi mezzo miliardo di euro compresa quella San Paolo, tra poco in appalto, per la quale il Nostro ha promesso invano e diverse volte ingenti risorse che solo Franceschini ha poi portato.

So bene che a Vittorio del progetto dei Diamanti non interessa un bel nulla per avermelo detto Lui stesso, ma qualcuno gli ha chiesto di farne un tema della campagna elettorale e Lui da uomo “mediatico” cavalca quella che è una grande bufala.

Nessuno infatti vuol certo “completare” il Palazzo Rinascimentale ma sostituire il corridoio esterno, fatto di legno e stoffa esposto a vento e pioggia, con un percorso in vetro assolutamente rimovibile e che non tocca neppure il palazzo. Come sa chi conosce il progetto quella del “completamento” è una balla colossale e per questo metteremo in esposizione il progetto ed i bozzetti, già esposti lo scorso anno, anche nel palazzo comunale. Del resto la Galleria dei Diamanti nota in tutto il mondo è l’unica nella quale ci si rimette cappello e giacca a vento a metà percorso.

Tanto varrebbe allora chiudere bottega, andare per mostre a Bologna, Forlì o Padova assai meglio attrezzate e con generose fondazioni bancarie, destinando il nostro palazzo agli arredi e suppellettili di casa Sgarbi: sono certo che dal Maine verranno migliaia di persone a vederli.

Courbet sarà “provinciale” ma ha fatto in 60 più di 50.000 visitatori e da ogni parte, beneficiando l’economia della città che – se fosse solo un pò meno obbligata al “servio encomio” verso l’illustre concittadino – dovrebbe ergersi a paladina di questa operazione: una delle poche realtà di Ferrara note nel mondo intero, tanto è vero che non c’è stata mostra nella quale Vittorio non abbia chiesto di poter accompagnare amici d’ogni sorta a vedere fuori orario le opere, del resto il suo plauso incondizionato alla nostra mostra su De Chirico è la miglior dimostrazione che le uscite odierne sono genuine come l’oro del giappone..

Io accetto, tutto o quasi nella polemica politica: una cosa solo giudico inaccettabile, l’attacco personale a chi non fa politica, ma solo bene il suo lavoro guadagnando al mese quello che Vittorio spende dal parrucchiere e che certo non ha i mezzi per replicargli.

Attaccare Maria Luisa Pacelli che i direttori dei musei di tutto il mondo trattano con rispetto ed ammirazione per la Sua professionalità, tanto che più d’uno, per questa ragione mi ha chiesto di poter collaborare con Ferrara Arte, è un gesto vile che non gli perdono, caro Vittorio sei un vigliacco!

Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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