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Il Palazzo cinquecentesco, tra i più affascinanti di Ferrara, è la sede del Consorzio di Bonifica estense.

A due passi dal Castello di Ferrara, affacciato su via Borgo dei Leoni, Palazzo Naselli -Crispi è tornato al suo splendore, dopo un intervento di restauro e risanamento conservativo in seguito al sisma del 2012.

Il Palazzo, di chiara ispirazione romana, è considerato una delle dimore più affascinanti di Ferrara. Progettato da Girolamo da Carpi, architetto e pittore allievo di Garofalo, è il primo esempio di architettura civile del Cinquecento in città. Per volontà del Consorzio e non appena la situazione epidemiologica lo consentirà, Palazzo Naselli- Crispi aprirà i portoni ai visitatori esterni, che potranno godere dell’area monumentale nell’ambito dei percorsi turistici cittadini.

I lavori si sono susseguiti dall’agosto 2018 fino alla scorsa estate: a partire da ottobre 2020 gli uffici amministrativi del Consorzio sono tornati a popolare parte del Palazzo.

L’intervento di recupero e restauro è costato poco più di tre milioni di euro, ripartiti in parti sostanzialmente uguali tra risorse straordinarie assegnate dal Commissario alla Ricostruzione, rimborsi assicurativi e fondi propri del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, che ha voluto così contribuire per garantire un restauro completo e duraturo del bene, recuperato a scopo culturale e non esclusivamente operativo. Progettazione e lavori sono stati eseguiti dal raggruppamento temporaneo di imprese Cims- Studio Leonardo, con la cooperativa Cims di Imola in qualità di capogruppo e lo Studio Leonardo specializzato sui restauri pittorici, lapidei e artistici, sotto la direzione dei tecnici del Consorzio di Bonifica, tra cui il Direttore dei Lavori l’Ing. Marco Volpin, e la supervisione dell’Architetto Barbara Pazi, Direttore Operativo delle opere di restauro conservativo.

Ai lavori di consolidamento strutturale necessari in seguito al sisma si sono aggiunti risanamento conservativo, adeguamento impiantistico, superamento delle barriere architettoniche e finiture. Durante i lavori al piano nobile del palazzo sono state rinvenute alcune decorazioni pittoriche a seguito della rimozione di controsoffitti di matrice moderna, poi sottoposte a restauro. Restauro che ha riguardato inoltre le facciate esterne e in quelle della corte monumentale.

Un intervento dunque “misto” tra consolidamenti strutturali e restauri conservativi, e dall’alto coefficiente di difficoltà, anche per un’impresa del settore con esperienza quarantennale come la cooperativa CIMS, che attraverso il Presidente Antonio Dongellini esprime “tutta la grande soddisfazione per il risultato raggiunto, tutt’altro che scontato, viste le insidie e le incertezze tipiche della natura di questi interventi. La cooperativa ha impiegato le proprie maestranze più formate in termini di restauri, con una particolare attenzione alla propria missione, la crescita delle giovani leve aziendali. E’ stata una sfida complicata, ma il risultato ci ripaga degli sforzi fatti e ci rende estremamente orgogliosi”.

Barbara Pazi, affermata architetta ferrarese specializzata nel recupero di beni culturali, racconta gli aspetti più salienti del cantiere: “Al piano nobile del corpo cinquecentesco si concentra la novità più importante che il cantiere ha riportato alla luce: a seguito della rimozione del pavimento di legno esistente per attuare l’intervento di riparazione delle volte lesionate dal sisma, sono state rinvenute ceramiche di diversa fattura, utilizzate come alleggerimento dei rinfianchi delle volte. Una tecnologia non frequente nel nostro territorio, una testimonianza storica che ci riporta nuovamente ai viaggi e alla conoscenza extra urbana di Girolamo da Carpi. L’opportunità di lavorare in un contesto così ricco di storia e imprevedibile per le sue parti nascoste è stato un vero privilegio, così come aver a che fare con una committenza che non ha avuto paura di osare e dei compagni di lavoro con i quali confrontarsi al fine di raggiungere un’ottima restituzione materiale”.

Non rimane dunque che attendere l’inaugurazione, rimandata da mesi a causa della pandemia, per poter godere a pieno di questa bellezza ai più sconosciuta, nel cuore della città.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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