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“Ogni alba ha i suoi dubbi”
(Alda Merini)

UNICO SENSO

 È quando si nascondono le cose
che poi si muore soffocati
ma io non ho mai nascosto niente
ho solo sperato nella mia mente
di avere tempo per sempre

 Le lune calano sotto il mare
ma poi ricrescono
dopo il temporale

 Non mi sono mai allontanato
ma quella grotta
in cui sono precipitato
ha una sola via d’uscita
che io ho già trovato

 Il tempo non è infinito
se guardi con lo sguardo rapito
non sdraiarti sui campi bagnati
perderesti la strada e la ragione
fino a impazzire per assenza d’amore

 Accanto ai pensieri di un tempo
ho trovato
il mio unico senso

 

LUPA DI BOSCO

Estate conobbi la sete
tra foreste ricurve
calore presente
distese tracimate di ghiaia
attendevo paziente

 Nell’aperta vallata
precipitava il giorno
su tramonti lontani
distese, altipiani

 Giornate appena accennate
lunghe, eterne, lievi
felicità pesata
come ragnatela tremula
a volte ritrovata

 Io schiudevo il veliero
al mio continuo viaggiare
ora riposo la bocca
alla sorgente nascosta

 Sognare, unica parentesi
che desta i silenzi
e i sensi di colpa
di trame fitte in parola

 Io seguirò il sentiero
trovato all’alba
sul tuo respiro leggero
ho piene le labbra

 Libertà, amore mio
negata, umiliata, frustata
dolcemente incanti
il cuore delle amanti

 Tu, bocciolo resistente
torrente impetuoso
cascata poderosa
amore ribelle

 Amica di strada
portata dal vento
accolta da braccia
nemiche del tempo

Poiché la strappate
trascinata per terra
in nastri vigliacchi
in mezzo alla via
convinti a domarla

 Ma lei, testarda
sprezzante dall’alto
dai tetti fratelli
e travi sorelle
grida la vita

Perché è respiro pulito
ideale rovente
antica dimora
vessillo d’agosto

Lei è lupa di bosco

IN QUALUNQUE LUOGO

 E hai avuto coraggio
ad indossare quella camicia leggera
per attraversare un oceano
di freddo e oscurità

 Facciamo un patto:
troviamoci al tramonto
in quella linea accennata
che sfiora il ricordo

 Guarderò quella stella
che vuole nascere
perché le tenebre di un’altra notte
hanno deciso ad alzarsi

 E la guarderò con te
anche se sarai dall’altra parte
seduta in altro luogo
in qualunque luogo

 -E quando quella piccola stella scomparirà?
E non ci sarà più ricordo?-
Allora ci serviremo
della luce dei tuoi occhi

 -E se scomparirà anche la luce dai miei occhi?-
Allora osserveremo l’oscurità senza paura
ne saremo immersi
rapiti

 Ma che la separazione
non debba mai avvenire
se non da un’assenza
di uno di noi due

ASTRAZIONE

 Nel tuo sguardo ho compreso
che la solitudine
è un concetto astratto

 Si è soli soltanto
nel momento in cui
si smette di amare e di sognare

 E io non posso
anche nella profonda solitudine
smettere di amare
né di sognare

Olmo Losca (1969). É un poeta e scrittore di novelle e favole per adolescenti. É autore, inoltre, di saggi e articoli sulla questione animale, ecologismo e critica sociale. Ha pubblicato per la casa editrice francese Ếditions du monde Libertaire una serie di poesie scelte dal titolo: “Les Poésies de l’Orme – anarchisme et cause animale” in versione bilingue. Per le Edizioni Bruno Filippi Sentieri in cammino” un libro di racconti dove vengono affrontate le discriminazioni di genere a largo spettro. Per la casa editrice La Vita Felice “Altri sguardi: poesie” una raccolta di poesie sociali sulla natura. É presente, insieme ad autori e autrici italiane, all’interno della pubblicazione-libro: “A – tra memoria e tempo presente” delle Edizioni FuoriPosto. Attualmente vive tra la Liguria e la Romagna.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Benini & Guerrini


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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