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“Per me la poesia è un tentativo malizioso di dipingere il colore del vento.”
(Maxwell Bodenheim)

Madama le Triste (Le streghe hanno il becco al collo)

Ciondola dal suo collo
il vessillo del vassallo
che fu di Madre Terra
prigioniera per un deca.

Non si accorge il misero
di ciò che ha lasciato
nel cuore germinare
in bilico tra due poli.

Il male prolifera
come carie in un dente
senza più sane radici
tra labbra seducenti.

Si estende al resto
come una piaga d’Egitto
estesa oltre il bacino
di mare e oceano e cielo.

La morte è l’unica soluzione
ma anche il convoglio con
tanta voglia indietro torna
se il binario improvviso si rivolta

Il capotreno tiene una corona
innaffiata dal tè fluttuante
di una vecchia teiera
ricordo dei dì dell’Impero.

Da “Alice nel labirinto” – DAE – 2017

Human Being

Le illusioni si raggrumano
nel nodo della cravatta
che rimpiazza la frusta
con i sorrisi rassicuranti
di un buonismo che scivola
tra le maglie della retorica
che sciorina gli aiuti
sulla pelle di chi fugge
perché crede nel Paradiso
del grande Luna Park
che a Occidente regala
zucchero filato e firme
opulenti alla fragola
ammuffita quando ecco
la porta del retro si apre
sul campo di lerce baracche
bagnate da sangue e sudore
di lacrime che non scorrono
per evitare le crude sferzate
del vento e della frusta
dell’amico in maglietta
che le manette intorno ai polsi
fa scattare sulla libertà
di un’illusione indotta
a far numero sul terreno
delle nuove schiavitù
che di oro fan scintillare
le tasche silenti di eroi
che si chiamano salvatori
ma sono fulgidi cannibali
saliti sul carro allegorico
di un Carnevale di eroi
spinti dal nuovo vento del Sud.

De Tomi Roberta – Da “I versi che uniscono” di Autori e autrici vari – Antologia a cura di Luigi Golinelli

 

Inedite

Giustizie urgenti

Giustizie urgenti
per i fischietti,
mangiamo fagioli,
pomodori, piselli e patate,
aspettando la giustizia
di poter vivere un sogno
tracciando i solchi del CV
declassato in serie Z
mentre in A aspettano le ferie.
Le classi dormono in cielo
sperando nell’Uomo allo Specchio,
che dissolva la paura di toccare la Terra
sollevando il velo, ultimo titolo
ingannevole come il cuore
sopra ogni apparenza.

 

Siamo fatte

Siamo fatte di sangue,
di cicli che nascondono Selene,
di lacrime asperse nella notte,
di figli nati, di semi incolti e bulbi secchi.

Siamo anime sciolte da etichette
che chiudono le gabbie della mente
lasciando l’illusione di libertà
tra i ronzii e i pungiglioni delle api regine.

Siamo gatte e pantere di lussuria
che vendono i loro sogni alle luci del successo
spacciando l’asta per un volontario godimento
che nasconde il prezzo del cartellino.

Siamo il nostro nome che la morte non cancella
nella solitudine della notte
cerchiamo polvere di stelle e gocce di rugiada
ma troviamo graffi e indifferenza.

Siamo anime accese come candele
che nessun vento può spegnere,
seminando zizzania non si accorge
dei diamanti sparsi tra petali all’improvviso.

(A Sarah, ad altre donne)

Roberta De Tomi è nata a Mirandola (Modena) negli anni Ottanta. Dopo la laurea al Dams di Bologna, ha iniziato a collaborare con alcune testate giornalistiche. Parallelamente, ha svolto mansioni legate alla comunicazione e agli eventi culturali. Nel 2012 è stata curatrice, insieme al poeta modenese Luca Gilioli, dell’antologia solidale “La luce oltre le crepe” (Bernini), sul tema del terremoto che ha sconvolto buona parte del Nord Italia. Dal 2014 ha iniziato a pubblicare con alcuni editori indipendenti. Tra i titoli: Come sedurre le donne (How2 Edizioni, 2014), Chick Girl – Azalee per Veridiana (Delos Digital, 2016), Alice nel labirinto (Dae Editore, 2017). Quest’ultimo, seguito dei romanzi di Lewis Carroll in formato librogame, ha ricevuto il secondo premio ex-aequo all’interno del Trofeo Cittadella per il miglior romanzo fantasy 2019. Il romanzo ha anche ispirato il booktrailer musicale I’m a prisoner dei NovelToy, diretto dal regista Giulio Manicardi. Allieva di Bottega Finzioni nel 2019, Roberta tiene anche docenze di scrittura creativa, gestisce pagine Social per enti e cura il blog La penna sognante. Nel 2020 ha auto-pubblicato il racconto lungo urbanfantasy Melody, la Vestale di Inventia, il mistery Erika e il mistero della Regina delle Fate; infine, il thriller Trappola d’ardesia (Delos Crime). Nel 2021 ha autopubblicato il mainstreaming sui temi della precarietà e dell’amore, Il maledetto residuo nel cuore.

La rubrica di poesia Parole a capo esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. 
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Benini & Guerrini


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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