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da: ufficio Stampa e comunicazione Ferrara Fiere Congressi

Il Salone Nazionale delle Sagre – Misen è pronto al via! Dopo il clamoroso successo di pubblico e di espositori riscosso nel 2013 – ventimila visitatori e oltre cento sagre partecipanti –, a partire da domani e fino a Domenica 27 le nozze tra cucina di qualità e tradizione tornano a celebrarsi nei padiglioni della Fiera di Ferrara, per la quarta edizione.
Organizzato da Ferrara Fiere Congressi e dall’Associazione Turistica Sagre e Dintorni, il Salone è l’unico evento in Italia dove, con un solo biglietto d’ingresso, il pubblico può assaggiare le prelibatezze di sagre enogastronomiche provenienti da ogni angolo della penisola, e trascorrere piacevolmente tre giorni tra attrazioni, gare, dimostrazioni, balli, tombole e shopping.
Dopo il taglio del nastro, fissato per le 10, il programma della giornata inaugurale prevede la distribuzione di cassette di frutta alle sagre, nell’ambito del progetto “Sfrutta la Sagra” che, nato da un’idea di Adriano Facchini, Claudio Gamberini, Roberto Fiammenghi e Paolo Bruni, punta a promuovere l’inserimento della frutta italiana di stagione nel circuito delle sagre.
Dalle 10, nel laboratorio non-stop “A scuola di pane”, un maestro fornaio insegnerà a preparare quello che ne “Il mulino del Po” Riccardo Bacchelli definiva “il pane più buono del mondo”, ovvero la coppia ferrarese. Alle 10.30, nell’Area Concorsi del padiglione 4, gli chef di Zanussi Elettrodomestici terranno, invece, il corso “Le nuove tecnologie in cucina”.
Dalle 12 alle 15, saranno pienamente operative le cucine delle Sagre, che distribuiranno al migliaia di deliziosi assaggi di piatti tipici, dal tortellone al cotechino, dal bollito al salame alla brace.
Il pomeriggio in Fiera si aprirà alle 14.30 con il “Laboratorio didattico di pasticceria salata e preparati di carne in abbinamento”, che vedrà “in cattedra” il Maestro macellaio Lorenzo Rizzieri dell’Istituto Italiano Assaggiatori Carne De Gustibus Carnis e Cristiano Pirani della pasticceria “Chocolat” di Ferrara.
La ristorazione curata dalle Sagre riprenderà alle 19, mentre alle 21.00, sempre nell’Area Concorsi, si svolgerà il primo round dell’avvincente disfida “Gran Galà della Salama”: a riempire del proprio profumo i padiglioni del Quartiere fieristico saranno le salamine prodotte da privati, che si contenderanno i pochi posti disponibili per la finale di Domenica 27.
Se le sagre sforneranno manicaretti fino alle 21.30, la serata del Salone Nazionale delle Sagre è però destinata a proseguire. Alle 22.00, il testimone passerà al musicomico Andrea Poltronieri che, nel padiglione 1, sarà il mattatore di “Sagre Happy Hour” e del tombola-show: la cartella per la prima tombola è in omaggio con il biglietto d’ingresso e ci sono in palio ricchi premi gastronomici.
Musica e danze saranno protagoniste del “Gran Galà del Liscio”, con le migliori orchestre e l’animazione del gruppo “Musicallegria”, mentre gli hobby più originali e bizzarri, con collezionisti di livello internazionale, terranno banco a “Misenpassion”. Ampio spazio sarà dedicato anche al pubblico “baby”, che potrà divertirsi in sicurezza tra gonfiabili e altre attrazioni.
Un’area del Salone sarà, poi, riservata a “Lungo il Po”, il progetto di valorizzazione enogastronomica e turistica dei territori lambiti dal ‘Grande Fiume’, ideato da Ferrara Fiere Congressi, in collaborazione con le province che insistono sull’asta del Po. Qui i visitatori troveranno un percorso espositivo scandito dalle tipicità legate al paesaggio, alla cucina e all’arte che rendono uniche le terre bagnate dal fiume più lungo d’Italia.
Il biglietto di ingresso (12 € l’intero, 10 € il ridotto, scaricabile dal sito www.salonedellesagre.it, 8 € quello riservato alla categoria 11-25 anni) consente di gustare le proposte di tutti gli stand e dà accesso agli spazi e alle attività in programma. I bambini sotto i 10 anni entrano gratis.
Durante il Salone, una navetta gratuita porterà visitatori ed espositori direttamente in Fiera. Fermate alla Stazione ferroviaria e ai Giardini di Viale Cavour, vicino alle Poste Centrali.

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FERRARA FIERE CONGRESSI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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