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Da: Comune di Bondeno

I centri estivi sono partiti, tra la soddisfazione degli organizzatori, delle famiglie che cercavano risposte dopo la ripresa dell’attività lavorativa, e la felicità dei bambini, ai quali non è parso quasi vero poter tornare a giocare al parco con gli amici dopo tanto tempo. Ovviamente, il tutto con il rigoroso rispetto delle misure di sicurezza adottate. “E’ stato un lungo lavoro di riorganizzazione, effettuato con scrupolo dai nostri uffici e dallo staff de La Locomotiva. Siamo arrivati all’aggiudicazione della procedura ad evidenza pubblica la scorsa settimana, ma l’esperienza ormai pluridecennale di Spazio 29 ha permesso al suo staff di educatori di ricominciare a svolgere la sua attività, con il rispetto di tutti i crismi di sicurezza per bambini e operatori”, è il primo commento dell’Assessore alla Scuola, Francesca Aria Poltronieri. I bambini, in questa prima giornata, sono stati suddivisi in tanti gruppi. Quelli comprendenti frequentatori della fascia d’età 3-5 anni, ed altri tre con i bambini più grandi. Il “metodo” seguito è quello degli spazi aperti. “Dopo tanti mesi passati in casa, i bambini avevano la giusta esigenza di dare libero sfogo alla loro vivacità”. – dice il Direttore dell’Aps La Locomotiva, il professor Carlo Tassinari – “Questa settimana siamo potuti partire con 37 bambini, complessivamente, ma speriamo di poter utilizzare presto altri spazi e dare risposta ad altre domande. Privilegeremo gli spazi aperti, per i centri estivi, evitando il più possibile quelli al chiuso, che utilizzeremo principalmente solo in caso di maltempo”. “Vedere i bambini giocare nei parchi o sul campetto da basket di Spazio 29 e le leggere la loro gioia negli occhi” – aggiunge il Sindaco facente funzioni Simone Saletti – “davvero non ha prezzo e ci ripaga di tanto lavoro e sacrifici serviti per organizzare a tempo di record questi campi estivi. Questo non significa, però, che non fossimo pronti. Lo dimostra il corso organizzato da La Locomotiva per impartire le ultime informazioni sulla sicurezza e la conoscenza del virus agli operatori, che sono tutti formati e preparati secondo quanto prescrivono le normative nazionali e regionali”. Tutti i giorni, dalle ore 7:30 alle 9:00 i bambini saranno accolti a Spazio 29 e si rapporteranno con la coordinatrice. Il resto della giornata si svolgerà con le attività educative e ludiche programmate, mentre i pasti verranno consumati ogni giorno all’interno dei ristoranti del territorio comunale

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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