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Comunicato Stampa Gruppo Europa Verde.

Silvia Zamboni, Capogruppo Europa Verde nell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna: “Sono soddisfatta che la Giunta condivida la necessità di operare per ampliare le adesioni al Patto per il Lavoro e il Clima da parte del mondo associativo ambientalista. La richiesta arrivata da Fiab-Federazione amici della bicicletta va in tal senso. Rinnovo anche l’auspicio che nel percorso di monitoraggio sull’attuazione del Patto per il Lavoro e il Clima si coinvolga la Rete emergenza climatica e ambientale dell’Emilia-Romagna, sulla base dell’importante lavoro di proposta fatto, ad esempio nei tavoli di concertazione per la definizione dei nuovi Piani dell’Energia, dei Rifiuti e dei Trasporti”. 

Bologna, 13 aprile 2021 – Il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha presentato oggi un’interrogazione alla Giunta regionale per chiedere se non ritenga opportuno proseguire il confronto anche con i soggetti del mondo ambientalista che non hanno il sottoscritto il Patto per il Lavoro e per il Clima, in quanto portatori di idee e competenze che possono essere utili nella fase di attuazione del Patto stesso. In particolare, nell’interrogazione viene evidenziato l’importante lavoro di analisi e proposta che ha svolto la Rete emergenza climatica e ambientale dell’Emilia-Romagna (RECA), alla quale aderiscono oltre 70 associazioni e comitati che hanno deciso di unirsi per amplificare la voce della società civile e chiedere alla politica di affrontare con decisione l’emergenza climatica e ambientale.

Nella fase di redazione del Patto per il Lavoro e per il Clima, la Rete emergenza climatica e ambientale aveva presentato un corposo documento con proprie proposte, decidendo poi di non sottoscrivere il Patto perché non soddisfatta dal confronto, pur auspicando di poter partecipare al percorso successivo di monitoraggio dell’attuazione del Patto rispetto al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi riguardanti l’azzeramento delle emissioni climalteranti entro il 2050 e il passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035. Per garantire una più efficace attuazione del Patto, la Regione ha infatti previsto un monitoraggio e una puntuale verifica dei risultati ogni sei mesi per disporre i necessari eventuali aggiustamenti della road map fissata dal Patto. Una fase alla quale, per le regole che sovrintendono gli accordi pattizi, possono accedere solo i sottoscrittori.

“Sono soddisfatta che la Giunta condivida con Europa Verde la necessità di ampliare le adesioni da parte del mondo associativo ambientalista al Patto per il Lavoro e il Clima – dichiara Silvia Zamboni, Capogruppo di Europa Verde e Vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna – Lo scorso 23 dicembre l’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione che tra l’altro impegna la Giunta “ad operare per includere tra i firmatari un numero maggiore di soggetti del mondo ambientalista, condividendone gli obiettivi”. Con la mia interrogazione discussa oggi in Assemblea ho inteso quindi sollecitare la Giunta a dare seguito a tale impegno. Promuovere la partecipazione delle associazioni ambientaliste e della società civile è fondamentale per centrare gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per la transizione ecologica. Per questo accolgo con soddisfazione la notizia che Fiab – Federazione Amici della Biciletta abbia fatto richiesta alla Giunta di adesione. Inoltre, auspico che nel percorso di monitoraggio sull’attuazione del Patto si trovi spazio anche per coinvolgere la Rete emergenza climatica e ambientale dell’Emilia-Romagna, sulla base dell’importante lavoro di proposta fatto, ad esempio nei tavoli di concertazione per la definizione dei nuovi Piani dell’Energia, dei Rifiuti e dei Trasporti, che dovranno dare gambe al raggiungimento degli obiettivi del Patto”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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