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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Il Piano, una delle azioni che danno attuazione al Patto per il Lavoro, rappresenta lo strumento operativo di una nuova generazione di politiche pubbliche messe in campo dalla Regione. L’integrazione riguarda Fondo sociale europeo (Fse), Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr)

Una nuova strategia, unitaria e integrata, per costruire un grande e diffuso sistema regionale dell’innovazione, basato su un investimento strategico sulle alte competenze delle persone e su relazioni forti tra imprese innovative e strutture di ricerca industriale con il coinvolgimento di Università, Centri di ricerca e Centri per l’innovazione. È questo quanto previsto dal ‘Piano triennale integrato’ del Fondo sociale europeo (Fse), Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr), approvato dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, per le alte competenze per la ricerca, il trasferimento tecnologico e l’imprenditorialità.
La misura si inserisce negli impegni fissati dal ‘Patto per il Lavoro’ per avviare una nuova generazione di politiche per lo sviluppo, integrate e cofinanziate dai fondi europei partendo dall’individuazione di ambiti di intervento convergenti non solo in termini di priorità e obiettivi, ma anche di procedure e tempi di attuazione. La programmazione, l’attuazione e la valutazione degli interventi coinvolgeranno la Giunta regionale, i diversi livelli istituzionali del territorio e le forze sociali.
«L’obiettivo del Piano – ha sottolineato l’assessore regionale all’Università, ricerca e Formazione Professionale Patrizio Bianchi – è contribuire a fare dell’Emilia Romagna la punta avanzata della nuova manifattura che si sta ridisegnando a livello globale. Una manifattura, connessa a nuovi servizi altamente specialistici, capace di coniugare sostenibilità ambientale, produzione di conoscenza e valorizzazione e trasferimento dei risultati della ricerca, e di contaminare competenze culturali e creative con competenze tecnologiche per trasformare contenuti in prodotti ad alto valore aggiunto».
In coerenza con la Strategia regionale di innovazione per la specializzazione intelligente, e con la vocazione altamente imprenditoriale del territorio, il Piano per le alte competenze «darà una ulteriore opportunità ai giovani laureati – aggiunge l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi – in grado di sviluppare presso le imprese progetti di trasferimento tecnologico/innovazione attraverso l’uso ‘potenziato’ di strumenti quali il tirocinio e l’apprendistato di ricerca. Si tratta di progetti con risultati concreti e di solito immediati, che coinvolgono un’azienda che chiede di mettere a sua disposizione nuove tecnologie e metodologie per innovare processi o prodotti».
Gli interventi e le misure che saranno realizzati in attuazione del Piano si fondano sul rafforzamento, la specializzazione e la qualificazione di una rete di networking, i cui punti nodali saranno collocati operativamente all’interno dei Tecnopoli, che promuova e valorizzi approcci multidisciplinari e multiattore quali aspetti fondanti dei processi di innovazione. Si va dal sostegno a investimenti in innovazione, sviluppo organizzativo, messa a punto dei prodotti e servizi per la creazione di nuove imprese e la crescita di piccole imprese, agli assegni formativi per il finanziamento dell’accesso a percorsi di alta formazione, realizzati in rete tra le università e le imprese, ai percorsi per formare conoscenze e competenze tecniche e tecnologiche necessarie alla ripresa e alla innovazione dei sistemi produttivi con particolare riferimento alle filiere strategiche dell’economia dei territori.
“Nell’ambito della strategia regionale di specializzazione intelligente – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli – l’agroalimentare ha un ruolo di primo piano ed il Psr ne rappresenta un importante strumento di sostegno, specie nella fase di produzione agricola. Tra le novità i Gruppi operativi per l’innovazione: partnership tra aziende agricole, mondo della ricerca, della formazione e operatori economici della filiera che dovranno individuare le innovazioni necessarie, metterle a punto e trasferirle all’impresa per consolidare la competitività e la sostenibilità del comparto agricolo e agroalimentare in un’ottica di rete europea.”
Modalità e tempi di attivazione delle procedure per la selezione e il finanziamento dei singoli interventi saranno definiti con l’obiettivo di semplificare ed agevolare le persone e le imprese ad un accesso complementare e sinergico alle opportunità disponibili.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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