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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

La Giunta regionale assegna le risorse che consentiranno di avviare o completare interventi sugli edifici pubblici danneggiati. Costi e Petitti: “Un risultato importate ottenuto grazie al lavoro fatto insieme da Comuni, Province e Regione”. I dati territorio per territorio.

Nuove risorse disponibili per realizzare opere o ripristinare edifici pubblici danneggiati dal sisma del 2012. Grazie al lavoro degli amministratori dell’Emilia-Romagna è stata approvata una norma nel decreto legge 78 del 19 giugno 2015 che attribuisce ulteriori spazi patto agli Enti locali colpiti dal sisma del 20 e del 29 maggio 2012, pari a 20 milioni di euro. In particolare, gli spazi potranno essere utilizzati dai Comuni e dalle Province per realizzare opere o ripristinare edifici pubblici danneggiati dal sisma, finanziati da rimborsi di polizze assicurativi, il cui impiego sarebbe stato altrimenti bloccato dai vincoli del patto di stabilità interno.
“E’ un risultato importate ottenuto grazie al lavoro fatto insieme a Comuni e Province e Regione”, sottolineano gli assessori regionali al Bilancio Emma Petitti e alla Ricostruzione Palma Costi. “Con questo intervento sono state soddisfatte tutte le richieste degli Enti per il 2015 per quanto riguarda le opere finanziate dalle polizze assicurative. Gli spazi finanziari assegnati ai comuni e alle province consentiranno l’avanzamento o il completamento degli interventi su edifici pubblici come municipi, scuole, chiese e cimiteri già inseriti nei Piani attuativi del commissario delegato alla ricostruzione”.
I criteri di riparto sono stati concordati con i sindaci e i presidenti di Provincia il 22 luglio scorso e già il 3 agosto è stato possibile per la Giunta regionale attribuire i 20 milioni di euro disponibili, anticipando ancora una volta di 2 mesi la scadenza prevista dalla legge dello Stato (30 settembre 2015). “Un’assegnazione così tempestiva – spiegano Costi e Petitti – consente agli Enti locali un’efficace pianificazione della spesa per gli interventi di ripristino, ricostruzione o per le opere di adeguamento sismico agli edifici pubblici danneggiati”.

Provincia di Modena:
Nel modenese sono stati sbloccati fondi per 7,9 milioni di euro. I Comuni che ne potranno beneficiare sono Carpi (1.940.916 euro), Novi di Modena (935.352), Cavezzo (519.997), Concordia sulla Secchia (487.776), Camposanto (319.485), Bomporto (251.592), San Felice sul Panaro (185.643), Medolla (167.100), Castelfranco Emilia (136.656), Nonantola (128.707), Finale Emilia (107.813), San Possidonio (88.361), San Prospero (59.931), Mirandola (54.338), Soliera (23.524), Bastiglia (15.971) e Ravarino (2.559). Assegnati alla Provincia di Modena spazi per oltre 2,5 milioni di euro.

Provincia di Ferrara:
Nel ferrarese gli spazi patto sono pari a oltre 5,2 milioni di euro, distribuiti tra i Comuni di Cento (1.580.096 euro), Bondeno (1.173.220), Ferrara (926.620), Sant’Agostino (689.899), Mirabello (235.691), Vigarano Mainarda (249.531), Poggio Renatico (103.121) e Argenta (11.752). Oltre 136 mila euro sono stati sbloccati alla Provincia di Ferrara.

Città metropolitana di Bologna:
Nel bolognese le risorse sbloccate ammontano a oltre 5,2 milioni di euro. I Comuni interessati sono San Giovanni in Persiceto (1.467.460), Crevalcore (1.316.138 euro), Galliera (651.317), Pieve di Cento (491.591), Castello d’Argile (273.186), San Pietro in Casale (229.576),Baricella (108.652 euro), Sala Bolognese (5.060), Malalbergo (2.571) e Minerbio (2.244). Alla Città metropolitana sono stati assegnati spazi per oltre 726 mila euro.

Provincia di Reggio Emilia:
In Provincia di Reggio Emilia gli spazi patto sono pari a 1,5 milioni di euro, assegnati ai Comuni di Guastalla (674.358 euro), Reggiolo (386.125), Campagnola Emilia (122.653), Correggio (109.480), Gualtieri (92.371), Boretto (63.288), Novellara (25.468), Luzzara (22.270), Brescello (6.843) e Rio Saliceto (6.600). Sbloccati alla Provincia di Reggio Emilia spazi per 2.182 euro.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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