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Da: Ufficio Stampa Gruppo PD

 

Premesso che in una parte dell’area recuperata dalla chiusura dell’impianto di polimerizzazione di Solvay il gruppo P-Group dell’imprenditore Vittorio Bortolon ha iniziato attorno all’anno duemila la produzione di compound di PP e di Poliesteri. Il Poliestere che viene utilizzato come materia prima viene prodotto dall’impianto 21° presente all’interno del vicino Polo Chimico e di proprietà della stessa società in un interessante ragionamento di integrazione a monte di filiera produttiva.

Le due unità produttive occupano attualmente circa 70 addetti tra il sito di viale Marconi e il sito nell’impianto interno al Polo Chimico. La capacità dell’impianto di compound, organizzato su varie linee, è di circa 30mila tonn/annue. La crisi economica che si è verificato circa una decina di anni fa del gruppo Bortolon, ha visto l’intervento di salvataggio della società Softer di Forli rilevando entrambi i siti produttivi ferraresi e garantendone la continuità produttive. Quattro anni orsono tutte le attività italiane del gruppo Softer in Italia sono state acquisite dalla multinazionale americana, con sede a Dallas in Texas, Celanese. Come per Benvic è presente un laboratorio tecnologico per il controllo qualità, l’assistenza clienti e lo sviluppo di nuove applicazioni che opera in sinergia con la struttura di R&D della società allocata nel sito di Forlì.

Considerato che il Lavoro risulta essere la prima delle priorità inserite nelle Linee di mandato del Sindaco; Il 28 luglio 2020 Celanese ha comunicato alle Organizzazioni Sindacali la decisione di chiudere nel giugno 2021 lo stabilimento di viale Marconi, trasferendo la produzione nella propria sede di Forlì; Le Organizzazioni sindacali hanno immediatamente manifestato la ferma contrarietà alla decisione aziendale rimarcando l’importanza sia per il parco tecnologico di viale Marconi che per tutto il sistema economico della città, della continuità produttiva dell’impianto ferrarese; • Le Organizzazioni Sindacali hanno richiesto un incontro urgente al Sindaco Fabbri a tal proposito, per ricercare le possibili soluzioni per far recedere l’azienda da questa sua iniziativa;

Richiamato che: il Polo industriale e tecnologico è un patrimonio economico, occupazionale e professionale a cui la città non può rinunciare per il know-how sviluppato in tutti questi anni di attività e per i preziosi rapporti tra le Istituzioni Locali e le Organizzazioni datoriali e sindacali; • Suscita allarme e preoccupazione la decisione annunciata da Celanese, che porterebbe alla perdita di posti di lavoro qualificato sul territorio della città di Ferrara, oltre all’impoverimento industriale che deriverebbe dall’abbandono da parte di un’industria strategica per il comparto chimico;

Si interpellano il Sindaco e la Giunta • per chiedere di riferire al Consiglio comunale gli esiti dell’incontro convocato dal Sindaco per il 30 luglio 2020 su richiesta delle Organizzazioni Sindacali; per sollecitare l’apertura di un tavolo istituzionale permanente, alla presenza dell’azienda Celanese, delle Organizzazioni Sindacali e dei rappresentanti dei lavoratori; per conoscere le iniziative che si intendono intraprendere per garantire la continuità produttiva di questa azienda nel nostro territorio, e salvaguardare i posti di lavoro e le professionalità presenti.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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