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Da: Gruppo Consiliare PD

Premesso che:
• ai sensi del decreto legislativo n. 219 del 2016, le Camere di Commercio italiane sono state riformate
in modo da razionalizzare e rendere più efficiente il sistema camerale;
• sulla base della proposta di Unioncamere è stato predisposto un piano complessivo di
razionalizzazione delle sedi delle singole Camere di commercio che ha previsto numerosi
accorpamenti, portando da 95 a 60 le sedi a livello nazionale, salvaguardando la presenza di almeno
una Camera di commercio in ciascuna Regione, sulla base dei criteri stabiliti dalla riforma;
• per alcune di queste sedi la procedura di accorpamento è stata formalmente avviata con le
deliberazioni degli organi camerali, alle quali ha fatto seguito il decreto di istituzione del nuovo
soggetto giuridico da parte del Ministero dello Sviluppo economico, e in taluni casi l’iter si è
perfezionato con l’insediamento del nuovo Consiglio camerale;
• per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna, in seguito alla riforma si è passati da 8 a 5 Camere
di commercio e tra gli accorpamenti la riforma ha previsto la costituzione della nuova Camera di
Commercio derivante dall’accorpamento delle Camere di Commercio di Ferrara e Ravenna.
Dato atto che
• il risultato al Referendum Costituzionale del 04 dicembre 2016 è stato per il 59,11% contrario
compromettendo di fatto l’iter ormai avviato di molte riforme tra cui quelle delle Provincie, ed oggi,
mentre si istituisce un tavolo nazionale per il loro riordino, per le quali si sente persino ventilare
l’ipotesi di un ritorno all’elezione diretta, sarebbe sbagliato procedere senza rendersi conto del
disegno complessivo, che rischia di mutare quotidianamente anche a causa dei numerosi ricorsi;
• allo stato attuale vi sono già diverse richieste di ricorso accolte dal Consiglio di Stato che hanno
congelato i processi di accorpamento in essere che riguardano più regioni del Paese (tra questi ad
esempio l’accorpamento delle Camere di Commercio di Crotone con Catanzaro, Terni con Perugia,
di Rieti con Viterbo, di Pavia con Mantova e Cremona);
• in particolare, entro la fine del mese di gennaio, il TAR del Lazio – con efficacia sull’intero territorio
nazionale – si pronuncerà, nel merito, sul ricorso promosso dalla Camera di commercio di Pavia con
la possibilità che rimetta nuovamente alla Corte Costituzionale gli ipotizzati profili di
incostituzionalità degli articoli 3 del Dlgs n. 219/2016 e 10, comma 2, della legge n. 124/2015 o le
dedotte violazioni dei principi in materia di intesa fra Stato e regioni;
• solo dopo 30 giorni da quella data potremo avere gli esiti;
• tutti i ricorsi, anche se con singole specificità, hanno però dei tratti in comune, tra cui uno relativo ad
un aspetto legato alla necessità che le nuove Camere abbiano una rappresentanza equilibrata, così
come prescritto dal primo decreto;
• il concetto di equilibrio può essere messo in relazione alla rilevanza delle aziende nei singoli territori
oppure legato al concetto di “equilibrio come sostanziale parità” in merito alla rappresentanza
territoriale, e in questo caso il nuovo consiglio che uscirà dalla eventuale nuova Camera di
Commercio di Ferrara e Ravenna pare non essere conforme a quanto previsto dalla norma;
Considerato che:
• Le Camere di Commercio, secondo la definizione della legge di riordino n. 580/1993 coordinata con
le modifiche apportate dal decreto legislativo n. 23/2010, sono “enti pubblici dotati di
autonomia funzionale che svolgono, nell’ambito della circoscrizione territoriale di competenza, sulla
base del principio di sussidiarietà di cui all’articolo 118 della Costituzione, funzioni di interesse
generale per il sistema delle imprese, curandone lo sviluppo nell’ambito delle economie locali”. Sono
inoltre enti autonomi, in quanto dotati di un proprio Statuto, ed indipendenti sotto l’aspetto
finanziario e gestionale.
• La Camera di Commercio di Ferrara ha festeggiato nel 2003 il proprio Bicentenario, dotandosi di un
programma all’insegna della semplificazione amministrativa, della innovazione e della qualità
nell’offerta dei servizi: questo al fine di assecondare pienamente le esigenze delle imprese, che
ne rappresentano il naturale referente.
• L’attuale programma pluriennale prevede una serie di obiettivi prioritari di intervento, che
comprendono l’internazionalizzazione delle imprese, la diffusione dell’innovazione e del
trasferimento tecnologico, la valorizzazione e la certificazione dei prodotti tipici ferraresi, il
miglioramento della dotazione infrastrutturale del territorio.
• Oltre alle più “tradizionali” funzioni di natura regolatoria ed amministrativa (Registro delle imprese,
tenuta di albi, elenchi, ruoli e repertori), la Camera di Commercio svolge funzioni in materia di
promozione (sostegno alle imprese ed allo sviluppo dell’economia locale); nonché di analisi, di
studio, e di monitoraggio (tramite un apposito Osservatorio dell’economia, costituito nel 2006), volto
ad assicurare un’adeguata conoscenza della realtà socio-economica locale.
• Ad esse vanno poi aggiunte le funzioni di regolazione del mercato, volte a promuovere ed a
rafforzare – in particolare tramite strumenti quali la mediazione e conciliazione, l’arbitrato e la tutela
dei consumatori – la trasparenza, la certezza e l’equità delle relazioni economiche tra imprese, nonché
tra queste ed i cittadini.
• La Camera di Commercio di Ferrara, in collaborazione con la Prefettura, le forze dell’ordine, le
amministrazioni locali e le associazioni territoriali di categoria e di tutela dei consumatori, promuove
una campagna di lotta alla contraffazione e all’abusivismo commerciale, di sensibilizzazione per la
diffusione di una consapevole cultura del consumo.
• Inoltre, la stretta collaborazione con le altre Istituzioni locali per una sempre maggiore integrazione
delle strategie ed interventi di marketing nonché per una continua ed efficace valorizzazione della
“immagine” della nostra provincia in Italia ed all’estero, rappresenta una delle finalità strategiche
prioritarie della Camera di Commercio di Ferrara.
• Nell’ambito di tali diversificate attività, la Camera di Commercio organizza specifiche attività
formative “mirate” alle mutevoli esigenze degli operatori economici, oltre ad organizzare una nutrita
serie di qualificati convegni ed eventi, volti a promuovere l’iniziativa economica ed imprenditoriale, i
valori professionali, di studio, culturali ed etici: in particolare, ci si riferisce agli ormai
tradizionali Riconoscimenti Fedeltà al Lavoro ed al Progresso Economico, alla Giornata
dell’Economia, alla Settimana Estense, ai Riconoscimenti Francesco Viviani e alla Giornata della
Riconoscenza Provinciale.
Evidenziato che:
• una riforma sulle Camere territoriali è necessaria, ma che deve essere fatta su coefficienti di qualità e
non di quantità, tenendo conto anche delle peculiarità territoriali e dell’efficienza delle camere
stesse.
• anche le istituzioni sono chiamate a ridefinire il proprio ruolo, ad ammodernarsi, a porre in campo
strumenti contro la corruzione e ad aumentare trasparenza, dialogo, capacità di ascolto come fanno
quotidianamente le aziende.
Richiamato che:
• nello specifico, la CCIAA di Ferrara in questi anni ha destinato risorse molto rilevanti a sostegno dei
progetti di sviluppo del nostro territorio: l’ultimo bando multidisciplinare innovativo anche nella
forma e costituzione, ne è un esempio tangibile;
il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta
a chiedere al Governo e al Presidente della Regione Emilia Romagna la sospensione momentanea del
percorso sull’accorpamento delle Camere di Commercio di Ferrara e Ravenna verificando se sono previste
modifiche alla legge nazionale di riordino delle Camere di Commercio attendendo inoltre l’esito dei ricorsi.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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