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da: ufficio Stampa Cia Ferrara

Passaggio di consegne all’ANP di Cia Ferrara. Rolando Tuffanelli eletto presidente al posto di Valentino Calderoni che lascia dopo 16 anni di presidenza

Lo aveva annunciato a margine dell’Assemblea Provinciale di Cia Ferrara, lo scorso 22 gennaio: «Se Stefano, mio figlio, sarà eletto presidente provinciale Cia, lascerò la presidenza dei pensionati. Anche se lo Statuto dell’associazione non lo prevede e non c’è conflitto di interessi, si tratta di una scelta etica e di correttezza politica.» E Valentino Calderoni ha mantenuto la promessa, lasciando ufficialmente la presidenza – dopo ben 16 anni alla guida dei pensionati Cia – nel corso dell’assemblea provinciale ANP. A succedergli Rolando Tuffanelli, classe 1943, di Ambrogio che avrà il compito di affrontare, nei prossimi anni, i temi caldi che riguardano i diritti e le necessità degli agricoltori ritirati dal lavoro. Durante l’assemblea è stata eletta anche la nuova vicepresidente, Loretta Ghelli, una vera “veterana” delle lotte dell’associazione per garantire ai pensionati una vita dignitosa e di qualità. Durante l’assemblea provinciale sono state ampiamente trattate le tematiche che riguardano da vicino l’esistenza quotidiana degli anziani: i problemi socio-sanitari, con particolare attenzione al taglio dei posti letto, la chiusura delle strutture e le difficoltà di accesso alla sanità a causa delle lunghe liste d’attesa, estese ormai non solo alle visite specialistiche ma anche agli interventi chirurgici. Altro tema caldo il potere d’acquisto delle pensioni in continua contrazione e a tal proposito è prevista una forte azione sul campo da parte dei pensionati Cia. «Nei prossimi mesi – ha detto il neo-presidente Tuffanelli nel corso del suo discorso di insediamento – promuoveremo nelle piazze e nei luoghi d’incontro della città la firma di una petizione popolare per chiedere al Governo l’innalzamento delle pensioni minime a 650€. L’Unione Europea, infatti, giudica tale cifra dignitosa per la vita delle persone ritirate dal lavoro mentre pensione inferiori sono considerate al limite della soglia di povertà. Il nostro obiettivo, che coinvolge i tutti pensionati Cia, è quella di raccogliere a livello nazionale almeno 100.000 firme da presentare al Governo entro settembre 2015, in tempo per il varo della Legge di Stabilità. Non è possibile – ha concluso Tuffanelli – che gli agricoltori in pensione siano liquidati, dopo una vita di lavoro, con pensioni al limite della sussistenza. Ed alla mancanza di potere d’acquisto va ad aggiungersi la difficoltà di accedere ai servizi sanitari e, spesso, una sorta di isolamento sociale, soprattutto per chi vive nelle zone di campagna del nostro territorio più lontane dalle strutture sanitarie e di assistenza ma anche dai luoghi di incontro e condivisione. Serve una forte inversione di tendenza perché anche i pensionati da lavoro autonomo vengano trattati al pari degli altri. Una battaglia che facciamo anche per garantire una pensione dignitosa alle generazioni future.» All’Assemblea dell’ANP di Cia Ferrara hanno partecipato anche Tonino Berardi, vice presidente Regionale ANP e Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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