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Da: Coldiretti Emilia Romagna

Coldiretti, 3 milioni di famiglie salvate dai pensionati

Giorgio Grenzi, 69 anni, modenese di Nonantola, è stato eletto presidente di Federpensionati Coldiretti, la più importante associazione pensionati del lavoro autonomo di tutta Europa con oltre 800 mila iscritti. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna esprimendo soddisfazione per l’elezione e ricordando che in passato Grenzi ha ricoperto incarichi dirigenziali proprio nella Coldiretti della nostra regione, dove ha maturato esperienze anche nell’Unione europea delle cooperative Uecoop, nei Consorzi Agrari, nelle Bonifiche e in diverse associazioni di produttori.
Il nuovo presidente – informa Coldiretti Emilia Romagna – è stato eletto dalla XII Assemblea Generale della Federpensionati, riunita a Palazzo Rospigliosi, a Roma, alla presenza del Presidente Confederale di Coldiretti Roberto Moncalvo, del Segretario Generale Coldiretti Enzo Gesmundo e con la partecipazione del capo della polizia Franco Gabrielli. Insieme al presidente è stata eletta anche la nuova giunta nazionale di Federpensionati Coldiretti composta da tre vice presidenti: Franca Sertore per la Lombardia, Johann Karl Berger della Sudtiroler Bauerbund di Bolzano e Pietro Fidone della Sicilia insieme ai membri Marino Bianchi del Veneto, Angelo Marseglia della Puglia ed Elvira Leuzzi della Calabria.
All’Assemblea è stata diffusa anche una analisi di Coldiretti su dati Istat da cui risulta che sono oltre 3 milioni le famiglie in cui la pensione di un nonno o di un parente è l’unica fonte di entrate, mentre in più di 7,5 milioni di case i pensionati contribuiscono ai tre quarti del reddito domestico.
La presenza di un pensionato in casa – spiega una rilevazione on line di Coldiretti – viene considerata dal 37 per cento degli italiani un fattore determinante per contribuire al reddito domestico, nonostante oltre 7,5 milioni di pensionati italiani prendano meno di 750 euro al mese secondo dati Inps. Anche se poi fra aiuto domestico e sostegno economico diretto il valore del contributo dei nonni si aggira in media sui mille euro al mese, stima la Coldiretti.
“Dobbiamo far emergere con forza il ruolo che come pensionati abbiamo ancora nella società non solo dal punto di vista del welfare economico nei confronti di figli e nipoti ma anche – spiega Grenzi – rispetto alla funzione fondamentale di conservare le tradizioni alimentari e guidare i più giovani a scuola e in casa verso abitudini più salutari basate sui prodotti e sui tempi di quella dieta mediterranea che ha fatto dell’Italia uno dei Paesi con il record di longevità. La nuova agricoltura, che ha saputo conciliare innovazione con la tradizione, non può fare a meno del patrimonio di esperienza degli anziani ma – aggiunge Grenzi – è l’intera società ad avere fame di conoscenza del nostro mondo come conferma il crescente coinvolgimento dei pensionati agricoli nella società civile, dalle scuole agli orti urbani fino ai progetti di agricoltura sociale”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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