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Da: Ufficio stampa Ferrara

Studenti meritevoli medie e superiori: lettera dell’assessore Poltronieri
Francesca Aria Poltronieri “molti risultati brillanti a testimonianza del valore dei nostri plessi scolastici.
Per gli studenti usciti dalle superiori con voto 95+, previsto anche un bando con incentivi per proseguire gli studi all’università”.

«Desidero riportare la mia stima e quella dell’Amministrazione per il raggiungimento di un risultato tanto importante, che è sicuramente il miglior viatico per il proseguimento degli studi e il proprio futuro professionale». L’assessore alla scuola matildeo, Francesca Aria Poltronieri, ha voluto testimoniare la propria soddisfazione con una lettera inviata agli studenti meritevoli del territorio, distintisi per i loro voti agli esami di licenza media e di maturità. «Alle scuole secondarie di primo grado dell’Istituto Bonati – dice Poltronieri – abbiamo avuto sei studenti che hanno raggiunto il “dieci in pagella”, quattro di loro con lode, ed è per noi una grande soddisfazione perché alcuni di questi giovani fanno parte anche del Consiglio comunale dei ragazzi e possono essere di sprone ai loro amici di banco, a migliorarsi continuamente. Anche se i risultati complessivi dei nostri plessi sono buoni e dimostrano l’alta qualità dell’insegnamento e del corpo docente». Stessa cosa si può dire anche per il Centro studi superiore “Carducci”, che raggruppa liceo e Ipssc, dove sei studenti hanno avuto una valutazione compresa tra il 95 e il 97. «Per loro – sottolinea Poltronieri – si apre anche l’interessante prospettiva del bando di prossima pubblicazione da parte del Comune, che consente di poter usufruire di una “borsa di studio” di 500 euro, per abbattere i costi di iscrizione ad un qualsiasi corso universitario». Gli studenti meritevoli usciti dalle scuole di Bondeno sono i seguenti. Per le scuole “medie” Bonati: Marco Maria Barbieri, Dario Bonati, Giada Fabbri, Marinela Ojog, Gianmarco Quaiotti, Maria Sang. Per le scuole superiori di Bondeno: Susanna Bombarda, Aurora Bosi, Luca Marini, Chiara Orlandi, Lisa Tassinari, Vittorio Zibordi.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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