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da: Ufficio Stampa M5S Emilia-Romagna

Il consigliere regionale Andrea Bertani e l’europarlamentare Marco Affronte commentano il voto ieri in Assemblea Legislativa di una serie di risoluzioni sulla pesca alla vongola. “Il nodo è a Roma: scienza e sostenibilità guidino le scelte politiche”.

Ieri in Assemblea Legislativa si sono votate alcune risoluzioni che avevano lo scopo di affrontare la crisi del settore della pesca alla vongola. Il PD s’è votato la propria, indifferente al fatto che fosse vecchia e totalmente inutile per i vongolari. La Lega ha sentito il bisogno di piantare la bandierina in un terreno di cui sembra ignorare persino i confini fondamentali, in ossequio alle uscite del suo leader. Il Movimento 5 Stelle aveva presentato una risoluzione aggiornata, puntuale e utile, ma le logiche di partito l’hanno bloccata. “Potremmo discutere giornate intere di come il sistema di calendarizzazione delle risoluzioni in Assemblea comporti tanti e tali ritardi da rendere alcune discussioni quasi surreali” – dice Andrea Bertani, Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle – “e questo è uno di quei casi. Le risoluzioni presentate da Partito Democratico e Lega Nord risultavano ormai ampiamente superate dalla realtà dei fatti, oltre a contenere errori, una buona dose di demagogia e criticità da non sottovalutare. Nella prima categoria” – spiega Bertani – “rientra l’idea della Lega che le vongole si peschino con le “reti”. Non è così, mi dispiace per loro, ma forse farebbero meglio ad evitare figuracce in futuro occpandosi di cose di cui ignorano le basi. La demagogia è quella di pensare di risolvere qualcosa con risoluzioni di questa portata, quando – come spiegherà Marco Affronte – dalla Regione non passa niente. Eppure a Roma il Governo è dello stesso colore che qua… Le criticità sono varie: prima fra tutte il concetto che voleva un’accettazione totale delle richieste dei pescatori, fra diminuzione della taglia minima, annullamento della distanza dalla costa, flessibilità e riduzione delle sanzioni. Secondo noi” – conclude Bertani – “è invece fondamentale procedere coi piedi di piombo. Nella nostra risoluzione avevamo anche prospettato l’idea di un marchio di qualità per le vongole nostrane: lo riteniamo una possibilità di valorizzare un prodotto locale di eccellenza. Un plus per i nostri pescatori e rivenditori. Evidentemente per PD e Lega non è così importante tutelare i nostri prodotti”. “La nostra Stella Polare dev’essere la scienza” – spiega Marco Affronte, Europarlamentare M5S e naturalista scientifico – “e in questo caso è stato giusto aspettare un primo parere scientifico, quello che è scaturito dallo studio del MIPAAF presentato il 16 ottobre a Chioggia. Secondo lo studio è possibile scendere ad una taglia minima pescabile di 22 mm, contro i 25 mm precedentemente indicati, senza intaccare lo stock ittico e consentendo un aumento della pesca del 25-30%. Bene, vale la pena di avviare il percorso per la revisione della norma almeno in fase sperimentale. Ma ricordiamo che ciò va fatto a Roma: aspettiamo da mesi che il Ministero presenti il proprio Piano di Rigetto del quale, ad oggi, non abbiamo notizie. Come ricordava Andrea, a Roma e a Bologna c’è sempre lo stesso partito al comando… Chi vogliono prendere in giro con queste risoluzioni di aria fritta? A Bruxelles” – ricorda ancora Affronte, che siede in Commissione Pesca in Europa – “sono pronti ad ascoltare le nostre ragioni, e intanto non stanno fermi. Su mia richiesta stanno preparando un altro studio scientifico sulle ragioni della moria delle vongole e sulle possibili uscite dalla crisi. Sono curioso di vederne i risultati. Certamente è solo con il supporto della scienza che vanno prese le decisioni politiche. Perché le vongole non sono una merce, ma sono una risorsa limitata e vivente: dobbiamo averne cura per preservarne la continuità. Nell’interesse degli operatori e dell’ambiente.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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