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Da ufficio stampa MoVimento5Stelle Ferrara

In piena ottemperanza con gli articoli del Regolamento per la Disciplina delle Forme della Partecipazione Popolare all’Amministrazione Locale (art. 5 e seguenti), i cittadini residenti a Ferrara in via Scalambra e zone limitrofe (ma non solo) hanno sottoscritto una petizione per chiedere al Sindaco e all’Amministrazione comunale di realizzare aree ludiche per bambini e spazi verdi nelle zone dove, come ormai sappiamo bene, insistono nove edifici scheletrici ed abbandonati che circondano un unico condominio abitato.
La petizione, che vede come primi firmatari il consigliere comunale del M5S Claudio Fochi (ma che è sottoscritta anche da altri esponenti grillini) e una trentina di residenti di via Scalambra, è stata protocollata il 12 febbraio. Chiede esattamente che venga realizzato uno spazio giochi per bambini con aiuole, alberi e panchine in zona adiacente il condominio situato fra via Scalambra e via Maffino Maffi (localizzata dai competenti uffici comunali), in modo da lenire parzialmente il disagio delle famiglie ivi residenti, da anni circondate da 9 edifici scheletrici e abbandonati in zona degradata priva di infrastrutture e senza spazi ricreativi per bambini.
La zona, come si sa, soggetta ad evoluzione urbanistica, è già stata sulle cronache per atti di vandalismo, criminalità e dubbie frequentazioni ed è a rischio di degrado, anche a causa dei cantieri per il momento abbandonati.
Si spera quindi che tale atto di democrazia partecipata possa contribuire a sensibilizzare la Giunta Estense al fine di riqualificare la zona, in sinergia e nei limiti imposti dalle aree di proprietà dell’azienda edile addetta alla costruzione e urbanizzazione della stessa, che ha sede a Brescia e si spera riprenda i lavori in stallo.
Se ne discuterà presto in terza Commissione consiliare, occasione durante la quale gli organi competenti potranno ascoltare la voce dei cittadini interessati firmatari della petizione.
Siamo vicini e supportiamo le famiglie di via Scalambra e via Maffino Maffi che meritano di vivere in una zona strutturata e dotata di servizi, così come erano inizialmente previsti nel progetto di urbanizzazione, inclusi spazi giochi per i bambini delle 36 famiglie residenti e zone verdi fruibili.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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