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Da: Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

Il consigliere leghista Marco Pettazzoni ha presentato una interrogazione per conoscere la reale situazione in cui versa il nosocomio di Cento, dopo l’ inchiesta giornalistica avviata da Area Centese , quotidiano telematico del territorio, che ha messo in evidenza una serie di carenze dell SS Annunziata.

“Ritengo giusto – spiega il consigliere – chiedere all’assessore di competenza regionale chiarimenti su una serie di questioni relative al buon funzionamento dell’ospedale. Dall’inchiesta giornalistica – continua – si evince che nonostante numerosi programmi di riorganizzazione la situazione in termini di servizio nei confronti dei cittadini non è per nulla cambiata, anzi peggiorata. Ho ricevuto anche tante lamentele da residenti di Cento e di comuni limitrofi che lamentano disagi, mal funzionamento e soprattutto tempi lunghi. ”

Pettazzoni punta l’indice contro la Usl ferrarese per capire come mai in tutti questi anni si sono verificati riduzioni di posti letto in vari reparti e carenze nell’ambito degli esami di diagnostica.

“ In questi anni – evidenzia il consigliere del Carroccio – si è tanto parlato di riorganizzazione e di una nuova programmazione dei servizi che avrebbe portato benefici sia al personale che ai cittadini. Mi sembra invece che a fronte di tanti proclami ben poco è stato fatto. Anzi. Dalla ginecologia dove assistiamo ad un drastico calo dei parti alla pediatria, dove nonostante il servizio di guardia attiva un neonato su 4 viene trasferito a Ferrara. Le gravidanze a rischio sono aumentate e vengono dirottate a Cona o Bologna. I parti , come dicevo , sono drasticamente calati a poco più di 400 all’anno. Contestualmente all’interno del servizio di ostetricia non si è provveduto ad una riorganizzazione e ad una riqualificazione seria che avrebbe potuto invertire il trend e convincere le partorienti a scegliere la struttura centese e non quella ferrarese o bolognese”.

Pettazzoni continua “ I reparti sotto esame sono tanti. L’urologia per esempio: si era partiti con una vocazione della chirurgia del pavimento pelvico e poi bloccata. Esistono poi numerosi spazi vuoti, come l’ala parallela alla Lungodegenza, che è attualmente abbandonata e ricoperta di guano e sporcizie varie, l’area dell’accettazione di Radiologia da poco ristrutturata, assieme al Pronto Soccorso, entrambe non utilizzate. Inoltre c’è carenza di personale, medici e infermieri e tecnici. Ho l’impressione che i vertici dell’azienda sanitaria si concentrino molto più al risparmio economico piuttosto che erogare prestazioni di qualità ai cittadini. Ribadisco che la sanità è al servizio della collettività e il potenziale paziente deve avere tutte le attenzioni di un servizio di eccellenza. A tale proposito – continua e conclude l’esponente leghista – ho chiesto all’assessorato competente regionale quali sono le reali misure che vuole intraprendere per risolvere le eventuali carenze in essere, e soprattutto se valuta la possibilità di mettere in sinergia e in rete altre strutture per garantire maggiori servizi e predisporre politiche di gestione che realmente tutelano i pazienti”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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