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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Oggi a Gaggio Regione, Città metropolitana di Bologna e Comune Gaggio Montano hanno incontrato i lavoratori della multinazionale olandese in vista della mobilità. Un milione di euro per le politiche attive del lavoro. Tra le misure anche finanziamenti alle imprese e reindustrializzazione dell’area non più utilizzata.

Bologna – Un milione di euro a disposizione delle misure di politica attiva del lavoro per sostenere il reinserimento occupazionale dei lavoratori nell’ambito di crisi aziendale come quella della Philips-Saeco. Le diverse opportunità di finanziamento a sostegno delle imprese, anche agricole, che favoriscano investimenti e che possano avere, anche se indirettamente, ricadute occupazionali, nonché le iniziative di re-industrializzazione del sito produttivo non più utilizzato dalla multinazionale olandese. È questo quanto illustrato nel tardo pomeriggio di oggi a Gaggio Montano da Regione Emilia-Romagna, Città metropolitana di Bologna e Comune di Gaggio Montano in previsione dell’avvio del percorso di ri-occupazione dei lavoratori della Saeco che entreranno nelle liste di mobilità. A illustrare nel dettaglio le azioni di propria competenza sottoscritte nell’intesa del 4 febbraio scorso a Roma al ministero dello sviluppo economico l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, il sindaco del comune e della Città metropolita di Bologna Virginio Merola, il sindaco di Gaggio Montano Maria Elisabetta Tanari.
“Stiamo disegnando – ha sottolineato l’assessore Palma Costi – assieme alla Città Metropolitana ed al Comune di Gaggio Montano una road map con strumenti e tempistiche per accompagnare questa fase di riorganizzazione aziendale e consentire a coloro che accetteranno volontariamente la mobilità di potersi ricollocare nel mondo del lavoro. Oggi le istituzioni danno concretezza ad un impegno che abbiamo sottoscritto il 4 febbraio, che sta alla base del patto per il Lavoro e che è profondamente radicato nella nostra visione di sviluppo e coesione di un territorio e di una comunità. Crediamo fermamente che la collaborazione tra istituzioni, lavoratori e imprese sia ancora l’unica chiave di volta concreta per raggiungere questi obiettivi. Un grazie ai lavoratori che in questi mesi hanno sofferto nell’incertezza del futuro e , consapevoli che per alcuni di loro si aprirà una fase di transizione, vogliamo fare di tutto affinché questa sia la meno incerta possibile».
“La vicenda Saeco non è conclusa con l’accordo, dobbiamo concentrarci sull’impegno preso insieme affinché l’applicazione sia coerente con quanto scritto – ha detto il sindaco Virginio Merola – Questa è la prima tappa di un percorso insieme, una intera vallata si è scoperta comunità: capiamo insieme quali progetti proporre alla Regione per accedere ai finanziamenti stanziati. Turismo, agricoltura, manifatturiero, vediamo insieme come possiamo creare occasioni di lavoro”.
L’assessore Palma Costi ha proseguito illustrando ai lavoratori presenti che sulla re-industrializzazione della parte del sito produttivo non più utilizzato dalla multinazionale olandese la Regione Emilia-Romagna e il ministero dello sviluppo economico hanno avviato – attraverso società specializzata – una analisi complessiva del sito (strutture, logistica, potenziale occupazionale, eccetera) al termine della quale saranno formulate ipotesi di possibili nuovi insediamenti industriali.
Per quanto riguarda le misure di politica attiva del lavoro (percorsi formativi, azioni orientative e di accompagnamento e promozione di tirocini formativi) per sostenere il reinserimento occupazionale dei lavoratori – per le quali sono a disposizione 1 milione di euro di risorse Fse 2014/2020 – è prevista, entro 12 mesi dall’avvio della mobilità, l’approvazione di un apposito bando pubblico con procedura di richiesta a sportello aperto – la cosi detta procedura just in time – in modo da poter rispondere alle situazioni di crisi in tempo reale. Attraverso un bando, gli enti di formazione accreditati disporranno azioni di orientamento e i percorsi formativi mentre le agenzie di intermediazione autorizzate realizzeranno i servizi di accompagnamento al lavoro.
Per le opportunità di finanziamento attivabili sia per il Fesr sia per il Psr sono attivi o saranno attivati bandi per di sostegno alle imprese (riqualificazione, promozione, internazionalizzazione eccetera), favorendo investimenti che, anche se indirettamente, potrebbero avere ricadute occupazionali. Usciranno a breve bandi per il sostegno alla nuova imprenditoria in agricoltura (fondi Psr), per le nuove imprese innovative e per imprese extra agricole in zone rurali (fondi Fesr). In campo anche contributi per piccole e micro imprese, finanziamenti per la valorizzazione delle risorse artistiche, culturali e ambientali. Altri strumenti, sul versante finanziario che potrebbero essere messi in campo: StartER, fondo rotativo di finanza agevolata per le pmi, la creazione di un fondo di microcredito, il fondo per società cooperative tramite finanziamenti agevolati a valere sul fondo rotativo Foncooper, il fondo di cogaranzia regionale per l’accesso al credito delle imprese, le agevolazioni sotto forma di garanzia e contributi in conto interessi gestiti da consorzi-fidi e cooperative di garanzia.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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